Che il segretario dei Ds, il 10 settembre, a un fazzoletto di giorni dalla fine della campagna (e quasi cinque mesi dopo l'avvio della prima raccolta, il 13 aprile scorso!!!), trovi - diciamo così - le convinzioni e le motivazioni necessarie e sufficienti ad apporre la propria firma in calce ai quesiti referendari, è comunque fatto positivo, anche se oltremodo tardivo, quasi oltre i limiti della "zona Cesarini"...
Assai meno positivo (anzi, per niente positivo) è che, anche nel giorno in cui annuncia questo suo atto, senta l'esigenza di ribadire, e poi ribadire, e poi ancora ribadire che lui -però- vorrebbe una legge, che lui è pronto ad approvarla, che -insomma- gliela propongano, e via sollecitando quello che sarebbe - diciamolo - un piccolo inciucio, una piccola truffa per sfilare la scheda referendaria dalle mani degli elettori.
Allora, mi domando e gli domando. Mentre centinaia di suoi militanti sono impegnati a fondo, mentre in decine di "Feste de l'Unità " si stanno raccogliendo firme, mentre più di 100 parlamentari del suo partito sono coinvolti, è mobilitante questo "stop and go", questo continuo evocare la prospettiva della vanificazione dei referendum? Per favore, smettiamola.