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Carceri, D’Elia: detenuto in 41 bis in condizioni disperate
Un caso di accanimento diagnostico o giudiziario.

Roma, 10 settembre 2004

Salvatore Bottaro, 46 anni, condannato all’ergastolo per reati di mafia e in 41 bis da circa 10 anni, versa in condizioni disperate nel centro clinico di Pisa dove è stato ricoverato un mese fa proveniente dal supercarcere di Novara.

In quattro mesi, il detenuto ha perso quasi quaranta chili di peso passando da 82 a 44 chili.

Secondo i medici, che hanno diagnosticato un cancro al pancreas con interessamento anche del fondo stomaco, dell’esofago e del retroperitoneo, il detenuto sarebbe in una situazione tale da ritenere un palliativo la stessa chemioterapia.

In tre relazioni cliniche inviate ai magistrati competenti, i responsabili del carcere di Pisa hanno affermato l’assoluta incompatibilità con il carcere delle condizioni sanitarie del detenuto al quale rimarrebbero pochi mesi di vita.

Mentre il Magistrato di Sorveglianza di Torino, competente per le sentenze passate in giudicato - quattro, tutte all’ergastolo - ha disposto la sospensione della pena per motivi di salute, il Giudice delle Indagini Preliminari di Catania, competente per un procedimento in corso nel quale Bottaro è indagato per associazione mafiosa, ha preso tempo disponendo nuove analisi cliniche.

Nonostante i referti dei responsabili sanitari del carcere, basati su TAC ed endoscopia, non lasciassero adito a dubbi, il GIP di Catania ha chiesto che il detenuto venisse sottoposto anche a biopsia, esame che il detenuto ha comunque rifiutato.

"Non so se sia un caso di accanimento diagnostico o piuttosto di accanimento giudiziario," ha commentato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino e membro della Direzione di Radicali Italiani, al quale si sono rivolti i familiari di Salvatore Bottaro. "In ogni caso, è inaccettabile che dal carcere duro si possa uscire solo o da collaboranti o da morti." "Non ho nulla da ridire sui responsabili sanitari del carcere di Pisa, apprezzo la tempestività dell’intervento del Magistrato di Sorveglianza di Torino; mancano all’appello due assunzioni di responsabilità: quella del Ministro della Giustizia che deve decidere se ha ancora senso la permanenza del detenuto in 41 bis e quella del GIP di Catania che deve decidere se le condizioni di Salvatore Bottaro siano compatibili con lo stato di detenzione."



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