In questi giorni, in queste ore, il ceto politico italiano celebra il rito dell'unità.
Ma qual è la strategia? Da anni proponiamo alle maggioranze e alle opposizioni interventi di respiro volti a quella promozione della libertà e della democrazia che rappresenta l'unico strumento per prevenire i disastri.

1. Basta soldi ai dittatori. Si condizioni davvero l'aiuto ai paesi in via di sviluppo al fatto che siano effettivamente avviati sulla strada della democrazia. Altrimenti, le erogazioni si trasformeranno in altrettante forme di finanziamento delle dittature esistenti.

2. Si lavori alla "Community of democracies", a costruire un fronte delle democrazie dentro e fuori le Nazioni Unite, capace di lavorare insieme. Dentro l'Onu, finora, hanno saputo lavorare insieme solo i "Non allineati" e la "Conferenza islamica". I radicali, con altri, hanno invece incardinato un percorso capace di rivoluzionare le Nazioni Unite, riportandole –tra l'altro- allo spirito e alla lettera della loro Carta fondativa. E' una priorità per il Governo e/o l'opposizione?

3. Si usi denaro per costruire quelle che chiamiamo "bombe dell'informazione", le nuove "Radio Londra", gli strumenti capaci di destabilizzare le dittature e di dare voce ai democratici senza bisogno di sparare un colpo. Com'è possibile che in Medio Oriente non si sia stati capaci di costruire un'alternativa ad Al-Jazeera e ad Al-Arabya?

Queste sono le risposte strategiche da immaginare, da calendarizzare, da fiaccolata, e di tragedia in tragedia.