Ci opporremo con ogni modo: il potere ufficiale italiano vuole scippare l'80% dei cittadini.
Se usassimo il linguaggio proprio di altri, potremmo dire che Giuliano Amato ha gettato la maschera. E sbaglieremmo due volte: una prima volta, per l'inutile scortesia della formula; una seconda, perché già due settimane fa Amato aveva chiaramente detto che il referendum "spaccherebbe il centrosinistra".
La verità è che ad Amato non importa più di tanto l'integrità della sua coalizione. Punta ad un obiettivo ben più ambizioso: quello di coagulare attorno a sé e alla sua proposta ammazza-quesiti (peraltro inefficace rispetto allo scopo, sul piano tecnico) i nemici espliciti del referendum ulivisti (Rutelli), i nemici espliciti polisti (praticamente tutti), e -soprattutto- i nemici non dichiarati della prova referendaria, cioè i D'Alema, i Fassino, coloro che da una parte hanno firmato e dall'altra pagherebbero oro pur di impedire il voto popolare. Il tutto con l'avallo (o il mandato) delle gerarchie vaticane, il cui sostegno -peraltro- non spiacerebbe a molti nella corsa verso il Quirinale.
Ma tutto questo configura una operazione di Palazzo contraria alla volontà popolare. Come tutte le rilevazioni attestano, che si tratti di elettori di centrosinistra o di centrodestra, credenti o laici, del Meridione o del Settentrione, i 3/4, e ben presto i 4/5 del Paese sono contrari alla legge e favorevoli alla prova referendaria.
Noi ci opporremo in ogni modo a questa manovra: certo, è triste lo spettacolo del potere ufficiale italiano mobilitato per scippare la grande maggioranza degli italiani.