Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 13 mag. 2024
  cerca in archivio   COMUNICATI
20 settembre: manifestazione radicale a Roma per libertà religiosa in Cina

Roma, 20 settembre 2004

Questa mattina, a Roma, si è tenuta una manifestazione promossa dall’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, per denunciare la persecuzione della comunità cattolica cinese, e per ricordare mons. Giovanni Gao Kexian (vescovo "non patriottico" di Yantai – provincia di Shandong), morto in prigionia a 76 anni dopo essere stato arrestato alla metà degli anni ‘90, dopo avere esercitato per anni clandestinamente la propria attività pastorale. In ricordo di Gao Kexian, i militanti radicali hanno deposto un mazzo di fiori di fronte all’ingresso dell’Ambasciata della Repubblica popolare Cinesi.

Fra i partecipanti alla manifestazione vi erano Benedetto Della Vedova (direzione radicali Italiani) e Carmelo Palma (consigliere regionale radicale del Piemonte), che hanno dichiarato:

“La “colonizzazione politica” della chiesa cinese è la più eloquente cartina di tornasole della natura oppressiva del regime di Pechino e della natura equivoca e profondamente “illiberale” delle sue apparenti liberalizzazioni civili. Questo modello cinese, in tema religioso, ha sostituito ad un approccio puramente ateistico un’impostazione “patriottico-nazionale” altrettanto, se non più, pericolosa, perchè finalizzata a subordinare agli interessi d’ordine politico del regime l’attività pastorale e l’ordinamento ecclesiale, ed a contendere su base poliziesca le diocesi cinesi al controllo di Roma.

Proprio il problema della libertà religiosa ripropone la questione più generale e politicamente urgente delle varie e fra loro diverse “liberalizzazioni senza libertà” che contraddistinguono l’evoluzione del regime di Pechino. Ma la politica del mondo libero deve sapere che l’internazionalizzazione della Cina, positiva e da perseguire attraverso politiche di integrazione economica che certo non devono nè possono essere interrotte, inevitabilmente “internazionalizza” anche quelle questioni (di diritti e libertà civili) che la Cina rifiuta di discutere e continua a trattareome mere questioni nazionali.”



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail