Con le dichiarazione di oggi di Mons. Giuseppe Betori a conclusione del Consiglio Episcopale Permanente, il Vaticano mostra di prepararsi ad inghiottire l’amaro boccone dei milioni di firme sui 5 referendum che si prevede saranno depositate giovedì in Cassazione.
La linea Vaticana è affidata alla speranza che qualche leggina truffa – sul modello delle fantasie del Senatore Tomassini sul kamasutra degli embrioni – o la Corte costituzionale - storicamente anticostituzionale e antireferendaria - possano impedire al Paese di riconoscere le pesantissime responsabilità d’Oltretevere nell’imporre una legge violenta ed infame.
Mons. Betori si rassicuri: in noi non vi è alcuna “polemica antireligiosa”. Certo, ci auguriamo che presto qualcuno anche dall’interno della Chiesa abbia il coraggio di ribellarsi contro chi impone una versione a tal punto materialistica da accettare il rischio di mettere a morte dei malati nel nome della sacralizzazione dell’embrione. Chi vorrà cimentarsi in quest’opera di “riforma” interna al Cattolicesimo, certamente troverà più ostacoli nei corridoi dei palazzi vaticani che nella Bibbia o nel Vangelo. La nostra, caro Mons. Betori, è “lotta anticlericale”, non “polemica “antireligiosa”.
Se riusciremo ad offrire ai cittadini italiani quel voto che la CEI tanto teme, potremo dimostrare, come su divorzio e aborto, che la maggiorparte dei religiosi non sono rappresentati dalle politiche clericali propagandate dalla Conferenza Episcopale Italiana.