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Regione Piemonte, cooperazione: approvata mozione d’indirizzo della cooperazione decentrata
Mellano: “Un passo nella direzione giusta... anche grazie all’impegno radicale!”.

Torino, 29 settembre 2004

Con 28 voti a favore e solo 3 astensioni (Comunisti Italiani, Verdi e Rifondazione Comunista), il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato ieri pomeriggio a larga maggioranza la Mozione “Indirizzi in materia di Cooperazione Decentrata”, a prima firma di Bruno Mellano, consigliere regionale del gruppo “Radicali – Lista Emma Bonino”.

Il dibattito in aula era stato richiesto e sollecitato sin dal mese di luglio, quando il Comitato di SolidarietĂ  del Consiglio aveva dovuto affrontare l’esame degli interventi di cooperazione e di emergenza.

L’assessore Mariangela Cotto, in attesa del passaggio in aula, aveva rinunciato alla sua proposta di linee triennali per la cooperazione, aprendo un bando esclusivamente annuale

Bruno Mellano ha dichiarato:

“A nove anni dall’inizio delle prime azioni di cooperazione decentrata della Regione sull’onda dell’emergenza bosniaca, a sette anni dall’approvazione della mozione “Cavaliere” (n. 382 del 19 febbraio 1997) che aprì la strada agli interventi regionali per la sicurezza alimentare nel Sahel, il Consiglio Regionale del Piemonte, votando ieri questa mozione, si è riappropriato del proprio ruolo d’indirizzo politico in materia di cooperazione decentrata.

Non si tratta solo di una questione di metodo e di forma. La mozione, preparata cercando di far tesoro delle esperienze passate e delle diverse sensibilitĂ , ha il merito di indicare come strada maestra, sulla quale indirizzare i progetti di cooperazione internazionale della Regione, quella del rafforzamento e del sostegno ai progetti miranti a promuovere nei Paesi del Terzo Mondo i valori democratici, il riconoscimento dei diritti fondamentali, la promozione del ruolo delle donne e la lotta alle pratiche lesive della loro integritĂ  fisica. E’ oltre modo positivo che, in questo quadro, si sostenga che esiste un legame inscindibile fra condizioni di vita e condizioni di diritto, fra “libertĂ  civili” e potenziale di sviluppo.

La globalizzazione della democrazia, il rispetto dei diritti umani ed il rafforzamento degli strumenti volti a “liberare” le donne da condizioni di brutale subordinazione sociale e giuridica passa anche attraverso le attivitĂ  di cooperazione internazionale delle regioni. Ci auguriamo che questo primo passo fatto dalla Regione Piemonte sia ben presto seguito anche dalle altre Regioni italiane”.



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