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Regione, inqualificabile l’assenza dall’aula degli assessori Zanello e Guglielmo durante il dibattito sulla crisi dell’Alfa Romeo

Milano, 5 ottobre 2004

Litta Modignani: “sulla vicenda di Arese basta con cassa integrazione e false promesse, si trovi subito un nuovo impiego per i lavoratori coinvolti”.

 

“L’assenza di stamane dall’aula degli assessori alle attività produttive, Luca Zanello (Lega) e alla formazione professionale, Alberto Guglielmo (Forza Italia) durante il dibattito sulla crisi dello stabilimento Alfa Romeo di Arese, è semplicemente inqualificabile”: così Alessandro Litta Modignani, capogruppo dei Radicali nel Consiglio regionale della Lombardia, ha motivato la decisione del suo gruppo di unirsi alle altre opposizioni nell’abbandonare  per protesta l’aula consiliare.

 

“Per quanto poi riguarda la vicenda dell’Alfa Romeo – ha proseguito Litta – è giunta l’ora di dire ad alta voce quello che ormai tutti si limitano ipocritamente a pensare: il cosiddetto “polo della mobilità sostenibile” è solo un’astrazione sindacale e nessun “piano industriale” potrà mai realizzarsi in assenza di industriali pronti a rischiare per realizzarlo.

 

“Occorre pertanto smetterla di sprecare denaro pubblico con la cassa integrazione, e darsi concretamente da fare per offrire un’alternativa lavorativa a tutti i dipendenti coinvolti. La disoccupazione nell’area di Arese è fra le più basse d’Europa e trovare un nuovo lavoro non dovrebbe essere così difficile, se la Regione Lombardia si decidesse a fare il proprio mestiere”.

 

“Ma siamo alla vigilia delle elezioni regionali – conclude ironicamente Litta – ed è lecito invece aspettarsi una nuova ondata di demagogia pseudo-sociale e anti-economica, proveniente tanto da destra quanto da sinistra. Come è noto, la verità la possono dire solo i bambini, i pazzi e i Radicali”.

 

 

Mozione:

 

Il Consiglio Regionale della Lombardia,

 

premesso

che la crisi dell’Alfa Romeo di Arese si trascina senza soluzione ormai da un decennio, senza che sia stata individuata alcuna prospettiva credibile per il futuro dei lavoratori coinvolti;

 

che, a determinare l’attuale stato di cose, ha certamente contribuito l’eccessiva insistenza nella ricerca di soluzioni incentrate sul coinvolgimento della FIAT prima e di altre imprese in seguito, nel tentativo – rivelatosi del tutto velleitario - di mantenere a tutti i costi in vita nell’area interessata l’industria dell’auto o un’attività ad essa affine;

 

che questa stessa linea è stata sostenuta anche in tempi recenti, come dimostra il documento, approvato purtroppo a larghissima maggioranza dal Consiglio regionale nell’ottobre del 2002, che ha caratterizzato gli atti successivi della Giunta regionale;

 

constatato

che l’indirizzo seguito si è rivelato del tutto inefficace e irrealistico, ha contribuito al protrarsi dello stato di incertezza sulle prospettive dell’area e ha concorso a determinare l’esasperazione dei lavoratori, impegnando inutilmente risorse pubbliche nell’applicazione prolungata della Cassa integrazione guadagni e nell’elaborazione di progetti privi di sbocco reale;

 

considerato

che l’area di Arese è collocata in un comprensorio  tra i più ricchi di occasioni di lavoro dell’intero Continente, nel quale è ragionevolmente possibile individuare soluzioni agevoli per il ricollocamento dei dipendenti dell’Alfa Romeo, a partire ad esempio da quelle offerte dalla creazione del nuovo polo della Fiera di Milano;

 

impegna la Giunta

a desistere dal proposito di interferire impropriamente in scelte di politica industriale basate su dichiarazioni di principio, a evitare valutazioni del tutto approssimative circa le effettive disponibilità imprenditoriali a investire nel settore, e a interrompere l’inutile protrarsi di periodi di disoccupazione assistita da fondi pubblici;

 

a predisporre viceversa le iniziative necessarie per la ricollocazione delle maestranze dell’Alfa Romeo di Arese, attraverso un serio piano di orientamento professionale, di promozione dell’incontro fra domanda e offerta, di formazione mirata a sbocchi effettivamente esistenti e di assistenza intensiva ai lavoratori in maggiore difficoltà, prevedendo misure che garantiscano la piena continuità del reddito o altrimenti gli adeguati indennizzi per le eventuali perdite retributive, attivando le competenze che la Costituzione e le leggi ordinarie assegnano propriamente alla Regione, nel cui esercizio la Regione stessa è apparsa finora del tutto carente;

 

invita

i lavoratori direttamente coinvolti, i loro rappresentanti sindacali, gli enti locali e gli altri soggetti effettivamente interessati, ad avviare una riflessione serena e approfondita sulla vicenda dell’Alfa Romeo di Arese, concentrando gli impegni sulle reali possibilità di restituire alle centinaia di lavoratori - oggi privi di prospettive – una dignitosa attività lavorativa e una condizione di ritrovata fiducia nel futuro.

 



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