Litta Modignani: “sulla vicenda di Arese basta con cassa integrazione e false promesse, si trovi subito un nuovo impiego per i lavoratori coinvolti”.
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“L’assenza di stamane dall’aula degli assessori alle attività produttive, Luca Zanello (Lega) e alla formazione professionale, Alberto Guglielmo (Forza Italia) durante il dibattito sulla crisi dello stabilimento Alfa Romeo di Arese, è semplicemente inqualificabile”: così Alessandro Litta Modignani, capogruppo dei Radicali nel Consiglio regionale della Lombardia, ha motivato la decisione del suo gruppo di unirsi alle altre opposizioni nell’abbandonare per protesta l’aula consiliare.
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“Per quanto poi riguarda la vicenda dell’Alfa Romeo – ha proseguito Litta – è giunta l’ora di dire ad alta voce quello che ormai tutti si limitano ipocritamente a pensare: il cosiddetto “polo della mobilità sostenibile” è solo un’astrazione sindacale e nessun “piano industriale” potrà mai realizzarsi in assenza di industriali pronti a rischiare per realizzarlo.
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“Occorre pertanto smetterla di sprecare denaro pubblico con la cassa integrazione, e darsi concretamente da fare per offrire un’alternativa lavorativa a tutti i dipendenti coinvolti. La disoccupazione nell’area di Arese è fra le più basse d’Europa e trovare un nuovo lavoro non dovrebbe essere così difficile, se la Regione Lombardia si decidesse a fare il proprio mestiere”.
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“Ma siamo alla vigilia delle elezioni regionali – conclude ironicamente Litta – ed è lecito invece aspettarsi una nuova ondata di demagogia pseudo-sociale e anti-economica, proveniente tanto da destra quanto da sinistra. Come è noto, la verità la possono dire solo i bambini, i pazzi e i Radicali”.
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Mozione:
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Il Consiglio Regionale della Lombardia,
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premesso
che la crisi dell’Alfa Romeo di Arese si trascina senza soluzione ormai da un decennio, senza che sia stata individuata alcuna prospettiva credibile per il futuro dei lavoratori coinvolti;
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che, a determinare l’attuale stato di cose, ha certamente contribuito l’eccessiva insistenza nella ricerca di soluzioni incentrate sul coinvolgimento della FIAT prima e di altre imprese in seguito, nel tentativo – rivelatosi del tutto velleitario - di mantenere a tutti i costi in vita nell’area interessata l’industria dell’auto o un’attività ad essa affine;
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che questa stessa linea è stata sostenuta anche in tempi recenti, come dimostra il documento, approvato purtroppo a larghissima maggioranza dal Consiglio regionale nell’ottobre del 2002, che ha caratterizzato gli atti successivi della Giunta regionale;
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constatato
che l’indirizzo seguito si è rivelato del tutto inefficace e irrealistico, ha contribuito al protrarsi dello stato di incertezza sulle prospettive dell’area e ha concorso a determinare l’esasperazione dei lavoratori, impegnando inutilmente risorse pubbliche nell’applicazione prolungata della Cassa integrazione guadagni e nell’elaborazione di progetti privi di sbocco reale;
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considerato
che l’area di Arese è collocata in un comprensorio tra i più ricchi di occasioni di lavoro dell’intero Continente, nel quale è ragionevolmente possibile individuare soluzioni agevoli per il ricollocamento dei dipendenti dell’Alfa Romeo, a partire ad esempio da quelle offerte dalla creazione del nuovo polo della Fiera di Milano;
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impegna la Giunta
a desistere dal proposito di interferire impropriamente in scelte di politica industriale basate su dichiarazioni di principio, a evitare valutazioni del tutto approssimative circa le effettive disponibilità imprenditoriali a investire nel settore, e a interrompere l’inutile protrarsi di periodi di disoccupazione assistita da fondi pubblici;
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a predisporre viceversa le iniziative necessarie per la ricollocazione delle maestranze dell’Alfa Romeo di Arese, attraverso un serio piano di orientamento professionale, di promozione dell’incontro fra domanda e offerta, di formazione mirata a sbocchi effettivamente esistenti e di assistenza intensiva ai lavoratori in maggiore difficoltà , prevedendo misure che garantiscano la piena continuità del reddito o altrimenti gli adeguati indennizzi per le eventuali perdite retributive, attivando le competenze che la Costituzione e le leggi ordinarie assegnano propriamente alla Regione, nel cui esercizio la Regione stessa è apparsa finora del tutto carente;
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invita
i lavoratori direttamente coinvolti, i loro rappresentanti sindacali, gli enti locali e gli altri soggetti effettivamente interessati, ad avviare una riflessione serena e approfondita sulla vicenda dell’Alfa Romeo di Arese, concentrando gli impegni sulle reali possibilità di restituire alle centinaia di lavoratori - oggi privi di prospettive – una dignitosa attività lavorativa e una condizione di ritrovata fiducia nel futuro.
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