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Regione Piemonte, finanziamenti “antidroga”, revocare immediatamente le delibere approvate dalla Giunta
Palma: Criteri privi di coerenza normativa; poco trasparenti le modalità di assegnazione

Torino, 8 ottobre 2004

• Dichiarazione di Carmelo Palma, capogruppo radicale alla Regione Piemonte

“Il combinato disposto delle due delibere (la prima dell’inizio di agosto, la seconda di lunedì scorso) con cui la Giunta Regionale ha disciplinato le modalità di assegnazione del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga trasferito alla Regione Piemonte (anni finanziari dello Stato 2002-2003) conferma che, per l’ennesima volta, quel settore dell’Assessorato alla sanità è incapace di definire criteri e modalità di assegnazione dei finanziamenti dotati di un minimo di coerenza normativa e di trasparenza amministrativa. Ancora una volta, anziché discutere della “politica” (pessima) che queste delibere realizzano, siamo purtroppo costretti a denunciare una serie di macroscopici profili di illegittimità, identici, in alcuni casi, a quelli denunciati lo scorso anno, che costrinsero gli uffici regionali e la Giunta ad una precipitosa marcia indietro.

 

Perché l’Assessorato alla Sanità ritiene di potere adottare criteri esplicitamente “contra legem”, come l’indebita estensione ad enti diversi da quelli previsti dalla L. 45/99 del beneficio di questi finanziamenti, o l’assegnazione del 20% dei finanziamenti (per i cosiddetti “progetti regionali”) senza modalità concorsuali e con la sostanziale predeterminazione dei soggetti beneficiari? Come fa l’Assessorato alla Sanità a ritenere che la necessaria trasparenza nella valutazione dei progetti possa essere affidata alla responsabilità “solitaria” del Direttore dell’Aress? Non si ritiene, in quell’Assessorato, che una ben diversa trasparenza dovrebbe essere assicurata in una Regione in cui lo scorso anno si è giunti allo scandalo di un presidente della “Commissione Dipendenze” che approvava il progetto di un servizio di cui era personalmente Direttore,  presso una istituzione sanitaria che comunque non avrebbe potuto accedere ad alcun finanziamento di questo tipo? Come fa l’Assessorato alla Sanità a presentare, ad agosto, una delibera che consente (come avviene da oltre un decennio) la partecipazione alla gestione dei progetti anche ad enti, aziende e cooperative fornitrici di servizi professionali e specialistici, per poi escluderli, ad ottobre, capovolgendo con una seconda delibera l’impostazione del bando e impedendo, di fatto, a moltissime amministrazioni (ASL comprese) di presentare i progetti che erano stati nel frattempo predisposti?

 

L’unica cosa di buon senso che l’Assessore e la Giunta dovrebbero fare, a questo punto, è quella di revocare le delibere adottate, o quantomeno di “bonificarle” prima che facciano, innanzitutto allo stesso Assessorato, troppi danni.”

 

 

 

 



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