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Premio Nobel, se l'ecologia e' un aspetto importante della pace, le piante proibite lo sono della democrazia

New York, 8 ottobre 2004

In occasione del conferimento del premio nobel all'ecologista kenyana, Wangari Maathai, Marco Perduca, Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista ha dichiarato:

"La decisione del Comitato per il Nobel ha ancora una volta sopreso quanti lottano per la pace, quella che si fonda sulla libertĂ  e che si scontra con politiche e regimi liberticidi, ma, per una volta, oltre che riconoscere l'impegno decennale di una militante ecologista, alla quale vanno le nostre fecilitazioni, apre uno spiraglio di speranza per quanti si battono contro i fallimenti del proibizionismo sulle "droghe".

Infatti, se non si può non dirsi d'accordo con quanto dichiarato dalla Maathai in merito al fatto che la causa ecologista rappresenta ''un aspetto importante della pace, perché nel momento in cui le risorse si rarefanno, noi ci battiamo per riappropriarcene'', occorre ricordare agli amici "ambientalisti" di tutto il mondo che si vuole piantare "i semi della pace, ora e per il futuro" il campo da coltivare è quello della lotta antiproibizionista per la legalizzazione delle piante e dei loro derivati messi fuorilegge 40 anni fa dalle Convenzioni ONU sugli "stupefacenti".

Spero che il 'Movimento della cintura verde' voglia unirsi alla campagna del Partito Radicale Transnazionale e delle Lega Internazionale Antiproibizionista per legalizzare del papavero, della coca e della canapa indiana, come dei loro derivati, al fine di consentire la legalizzazione di peculiarità tradizionali, culturali e religiose nonché la loro espressione libera in un contesto politico trasparente, aperto e quindi democratico.



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