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Pannella: premio Pulitzer a Ernesto Galli Della Loggia. Solidarietà al povero brav'uomo Tremaglia. Rocco vittima dei suoi fratelli.

Bruxelles, 13 ottobre 2004

• Dichiarazione di Marco Pannella

"Plaudo al Premio Pulitzer che mi dicono esser stato stamane, di getto, attribuito a Ernesto Galli Della Loggia. Lo merita.

In un paese nel quale si chiedono "le dimissioni. Immediate e irrevocabili." di un Ministro colpevole di avere usato una locuzione, tradizionale e volgare, come: culattoni in luogo di gay, dimostra quanto in questa triste Europa il politically correct sia divenuto una dittatura proprio d'acciaio.

Confermata anche da un'altra quisquiglia, se ve ne fosse stato bisogno.

Che un altro Ministro di quel paese, candidato alla Vice Presidenza del Governo europeo, debba essere considerato e difeso quale vittima di un'aggressione "ridicola e agghiacciante" di stampo ultraclericale da parte del potere laicista e anticattolico, essendogli stati rimproverati concreti atti di governo, nazionali ed europei, come: il "veto" opposto e fatto prevalere contro la decisione della Commissione europea di sostenere nell'ambito della ricerca scientifica anche quella relativa alla ricerca sulle cellule staminali embrionali a fini di cura; o di essere fra i principali ispiratori e sostenitori di concrete soluzioni legislative e di governo come (non è che un esempio) la legge 40 contro la procreazione medicalmente assistita; o di autorevolmente condividere il pubblico linciaggio - come tale sicuramente politico - della maggior parte delle altre legislazioni non solo europee, letteralmente definendole criminali, in tema di ricerca scientifica, libertà terapeutica per medici e per malati; o di riforme del diritto di famiglia, come in un passato recente in tema di divorzio e di aborto ... che tale Ministro, dunque, debba considerarsi vittima di ostracismo, criminalizzazione, fanatismo e che occorra di conseguenza denunciare, mobilitarsi, abbattere gli autori - radicali italiani, diciamolo a chiare lettere - di questo scempio, appassionatamente difendendo la candidatura alla Vice Presidenza europea del Ministro Rocco Buttiglione, è davvero segno del tempo.

Si cacci invece, subito, senza processo, il Ministro che anche pubblicamente ha usato bestemmiare contro il politically correct dando del culattone anziché del gay agli omosessuali, così come viene fatto correntemente dalla sua parte politica e dai suoi alleati nei confronti dei radicali e miei personali. Umberto Bossi aveva risposto a suo tempo alle mie e nostre critiche sulla sua politica pro Serbia: "Meglio Milosevic che Culosevic!".

Comunque c'è da precisare :

a - a "Strasburgo" non è successo nulla, checchè ne pensino decine e decine di esimi liberali che si affiancano al liberale Giuliano Ferrara per denunciare lo scempio. Probabilmente ci si riferiva a quanto accaduto a Bruxelles;

b - il voto della Commissione parlamentare, interpretato unanimemente come di condanna di Buttiglione, è stato opera dei deputati del PPE, oltre che mio. E' il caso di notare che il problema di Rocco è di essere stato dunque "assassinato" dai "suoi fratelli";

c - non è però falso, ritengo, quanto affermato dall'autorevole e informatissimo quotidiano della CEI, l'Avvenire, che attribuisce a noi radicali la responsabilità di questa nostra vittoria. Sarebbe infatti il caso di sapere e di riferire che la posizione ufficiale di "Uniti per l'Ulivo" in questa occasione, come è stato ieri ribadito ufficialmente in una conferenza stampa da Lapo Pistelli e Nicola Zingaretti, è quella di difendere la presenza in Commissione di Rocco Buttiglione, quale Vice Presidente cui venga attribuito altro portafoglio. Uno per tutti, l'Onorevole Michele Santoro, aveva tenuto immediatamente dopo il voto a dichiarare alla stampa, che prontamente lo aveva attorniato, di avere votato con serie perplessità, secondo le istruzioni ricevute, a favore di tale decisione;

d - a chi pungesse vaghezza di meglio conoscere i miei comportamenti, ai quali mi si impicca al pari nientepopodimeno dell'intero Parlamento europeo, segnalo due documenti facilmente rintracciabili, il primo nei siti internet radicali, il secondo sull'Opinione di Arturo Diaconale di oggi, oltreché nelle sintesi delle agenzie di stampa. Dove sembrerebbe che vi sia la prova del mio passaggio al giustizialismo sol perché riprendo, continuo la tradizionale, grande battaglia radicale contro la corruzione partitocratica, messa in ombra e tradita dal giustizialismo delle varie antimafie.

Mi si consenta di notare, sommessamente, che stiamo riscontando una Unità Nazionale italiana, quale quella attorno e all'inizio degli anni '30 e del 1947, con una dozzina al massimo di opposizioni "laiciste, fanatiche, indegne".

Sono dolorosamente fiero di essere considerato un quasi solitario traditore di questa Patria."



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