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Comunicato su una "lettera aperta" di Angiolo Bandinelli a Marco Pannella e ad Emma Bonino

Roma, 14 ottobre 2004

• Comunicato da Angiolo Bandinelli

Angiolo Bandinelli, membro della Direzione di Radicali Italiani ha inviato a Marco Pannella (e ad Emma Bonino) una “lettera aperta” chiedendo che i deputati europei radicali in primo luogo, e poi i soggetti radicali coinvolti, esprimano un fermo appoggio alla firma del Trattato-Convenzione elaborato dalla Commissione Giscard d’Estaing, opponendosi a quanti invece coglieranno l’occasione della cerimonia di Roma per diminuire la portata dell’intesa e porre le basi (magari attraverso i referendum confermativi) per la sua liquidazione.

Bandinelli ricorda tra l’altro che nel corso del Convegno tenuto dai deputati europei a Bruxelles nello scorso dicembre egli tenne la relazione introduttiva, che fu “decisa e puntuale nel sollevare critiche importanti al Trattato”. E tuttavia, oggi, è a suo giudizio assolutamente necessario che la firma sia difesa ed appoggiata, proprio dai radicali. Essi non possono volere “che i modesti e discutibili traguardi conseguibili attraverso quel documento vengano abbandonati non in nome di una richiesta di rafforzamento dei vincoli comunitari ma per ottenere la loro messa in mora o la loro liquidazione totale”. Bandinelli mette in guardia contro i tentativi in corso per indebolire il processo e lo spirito europeo, dalla minacce referendarie alla richiesta della Germania per un suo seggio nazionale all ‘ONU invece di quello europeo, ecc.

In particolare, Bandinelli ricorda a Marco Pannella che la stessa battaglia per l’ingresso di Israele e della Turchia nell’Unione, che i radicali conducono con grande fermezza, perderebbe di credibilità e di significato qualora i radicali mostrassero incuria nella difesa dei vincoli comunitari che oggi possono essere assicurati solo dal Trattato-Convenzione giscardiano, per quanto discutibile ed insufficiente esso sia. Così pure, il progetto di “Stati Uniti d’Europa e d’America” caldeggiato da Pannella non avrebbe senso in caso di disgregazione ulteriore del processo unitario del continente.



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