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Regione Piemonte/ Palma e Manfredi “sia il tribunale di Torino a far decadere il Consigliere Picchioni”

Torino, 14 ottobre 2004

• Dichiarazione di Carmelo Palma (capogruppo radicale alla Regione Piemonte) e Giulio Manfredi (Comitato Nazionale di Radicali Italiani)

Ennesimo rinvio della Giunta delle elezioni: tutti i gruppi (con l’astensione di An e la non partecipazione al voto dei Verdi), contro il Presidente Mellano (Radicali), chiedono un “approfondimento”. Domani, Carmelo Palma e Giulio Manfredi presenteranno al Tribunale di Torino l’istanza perché sia pronunciata la decadenza del Consigliere Picchioni.

“Abbiamo iniziato la legislatura chiedendo al Tribunale di Torino la decadenza dei consiglieri Albano e Tomatis (per mesi insieme consiglieri e sindaci dei rispettivi comuni) contro il silenzio complice del Consiglio- ma almeno, allora, “spaccato”- che rinviava il proprio giudizio su di una incompatibilità manifesta e non altrimenti risolvibile che con le dimissione da una delle due cariche. Oggi chiudiamo la legislatura essendo costretti a fare la stessa cosa nei confronti del consigliere Picchioni (subentrato al neo Presidente della provincia di Torino, Saitta), che non ha una ma ben tre (dicasi: tre) cause di incompatibilità (tutte incontestate persino dai suoi “sostenitori”), contro un Consiglio quasi unanime (con l’eccezione delle astensioni di An e dei Verdi) nel richiedere ulteriori rinvii per traghettare il consigliere Picchioni fino, di fatto, a fine legislatura. Oggi- e da 106 giorni- il Consigliere Picchioni è infatti insieme rappresentante della Regione e dirigente e amministratore di enti sottoposti al controllo da parte della Regione: Teatro Stabile di Torino; Fondazione Fiera del Libro; Associazione “The World Political Forum. Cosa c’è, di grazia, da approfondire? E visto che la Giunta delle elezioni non deve pronunciare una condanna a morte, ma solo richiedere al consigliere di scegliere se continuare a fare il consigliere o altre attività incompatibili, quali sono, di grazia, i problemi di coscienza che questa scelta comporta?

Il fatto che il Consiglio abbia un termine “mostruosamente” lungo (fino a 150 giorni se c’è di mezzo il mese di agosto) per decidere non significa però affatto che il consigliere Picchioni non sia passibile- e da mesi- di decadenza, essendo per l’eletto valido un termine di soli 10 giorni per risolvere la questione dell’incompatibilità. Su questo si veda la sentenza della Corte Costituzionale 22 ottobre 1996, n. 357, che recita: “… spetta allo Stato e, per esso, alla Autorità giudiziaria il giudizio sui ricorsi in tema di ineleggibilità e incompatibilità promossi dai cittadini elettori nei confronti dei consiglieri regionali, indipendentemente dalla pendenza presso il Consiglio regionale del procedimento di cui all’art. 7, commi da tre a otto, l. 23 aprile 1981 n. 154”.

Dal punto di vista istituzionale, è grave, anche se purtroppo consueto, che sia violato il diritto di ciascun elettore a non vedersi rappresentato da un Consiglio di incompatibili benevolmente “graziati” dagli altri consiglieri.

Le questioni di diritto sono sempre politiche: lo divengono ancora di più quando la “politica” fa del diritto una cosa irrilevante, che vale, quando va bene, per “gli altri”.



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