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Buttiglione, Capezzone su Porta a Porta: mi spiace, ma è realtà pericolosa
Occorre riflettere: perché non c'è un solo paese democratico avanzato in cui le cose vadano così...

Roma, 21 ottobre 2004

• Dichiarazione di Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani

Ho appena concluso la registrazione -qui dalla sede radicale di Roma- della "finestra" di mezz'ora che la puntata odierna di Porta a porta ha dedicato al "caso Buttiglione".

Che dire? Ho potuto (e ne do atto in primo luogo a Vespa) intervenire in modo ampio, per tre volte, e in modo -per quanto mi riguarda- assai soddisfacente.

Dopo di che, però, a parte la scheda iniziale (che descriveva Buttiglione come osteggiato dalle "sinistre", ignorando così il gruppo liberale e anche i tanti membri del PPe che si sono schierati contro di lui, come ho fatto notare più tardi), a discutere si era in sei. Due (io stesso e Cesare Salvi, della sinistra Ds) su una certa posizione; tutti gli altri (Ferrara, Mastella, La Loggia, Nania) su quella opposta.

Morale: su una questione di questo genere, lo spettatore è legittimamente indotto a ritenere che da una parte ci siano i "soliti" radicali e qualche estremista di sinistra; dall'altra tutti gli altri, tutti i "perbene" dei due maggiori schieramenti.

Non oso pensare alla "traslazione" di questo schema sulla campagna referendaria. Allora, si discuterà in cinque, in sei, in sette. E, anche lì, uno o due da una parte; e tutti gli altri dall'altra.

Se dovessi fare calcoli di "bottega radicale", potrei dirmi soddisfatto, e ritenere che per la mia parte, il mio partito, ci sarà comunque la possibilità di guadagnare qualche punticino percentuale; ma altra cosa vale per il paese, privato con prepotenza di un dibattito secondo regole.

Mi spiace, ma questa questione -che dura da decenni- va affrontata. Non esiste paese democratico avanzato dove le cose vadano così. Ripeto: nulla di cui "lamentarmi" o "protestare" per ciò che mi riguarda personalmente; ma -questo sì- la grande amarezza per la sorte che continua ad essere penosa del diritto dei cittadini ad una informazione corretta e completa.



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