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Appello per la vita di Dominique Green

• da L'opinione delle carceri del 26 ottobre 2004, pag. 1

di Francesca Mambro

Per una volta ci allontaniamo almeno all’apparenza dai temi italiani e parliamo di Dominique Green. E’ una storia che conosciamo bene perchĂ© una nostra cara amica, Barbara Bacci, dodici anni fa rispose all’appello di aiuto di un afroamericano rinchiuso nel braccio della morte di Huntsville in Texas.

Green era stato arrestato all’etĂ  di 18 anni, per l’omicidio a scopo di rapina di Andrew Lastrapes, commesso il 14 ottobre 1992. L’anno successivo era stato condannato a morte. I suoi difensori, tra cui Sheila Murphy, ex giudice dell’Illinois, sostengono che il processo sia stato viziato da pregiudizio razziale (Green, nero, ha avuto una giuria popolare composta solo da bianchi) e da assistenza legale di basso livello.

Recentemente sia il capo della polizia di Houston, Harold Hurtt, sia due senatori eletti nella Harris County, la regione di Houston, avevano chiesto una sospensione di tutte le esecuzione in attesa di fare chiarezza sul sistema di archiviazione dei reperti fisiologici nei laboratori dove la polizia effettua i test del DNA. Di questi reperti, almeno 280 sono risultati etichettati in maniera sbagliata, o mal conservati. Gli stessi famigliari della vittima non credono alla colpevolezza di Dominique Green e si sono uniti all’appello di premi nobel come Desmond Tutu che ha incontrato Dominique e ha avuto parole di incoraggiamento per Green. Il nobel per la pace ha preso con decisione la parola contro la pena di morte, rimarcandone l’incongruenza in un paese civile e democratico come gli Stati Uniti, e ha auspicato che non venga fatto l’imperdonabile errore di giustiziarlo. Ma nonostante gli i molti autorevoli appelli l’esecuzione è prevista per stanotte. A meno che non arrivi una telefonata per la sospensione della condanna a morte in attesa di rivedere il processo.

In questi dieci anni Barbara Bacci, volontaria per passione e non di professione nel business del noprofit, ha scritto a Dominique quasi tutte le settimane. E’ lei, insieme a suo marito, ad aver messo in piedi un comitato Dominique Green, ad aver raccolto gli appelli di premi nobel e le adesioni da ogni parte del mondo. E’ lei che ed è andata a trovarlo appena riusciva a mettere da parte i soldi per il biglietto. Ha fatto la stessa cosa la settimana scorsa quando Dominique le ha chiesto di essere presente mentre chiuderĂ  gli occhi per l’ultima volta. Oltre ad esserle amica è la sola famiglia che l’abbia seguito. Ai genitori non è mai importato di Dominique vivo, tantomeno gli importa ora che sta per morire. Barbara è forte e non si è tirata indietro anche se noi i suoi amici sappiamo che sarĂ  per sempre una traumatizzata. Ma nonostante la scarsa attenzione sulla storia di un condannato a morte (perchĂ© il tema del giorno sono le elezioni americane) e a differenza di quello che la vita non ha fatto per Dominique Green, ci sarĂ  lei a chiamarlo per nome e a volergli bene.



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