Si sa che il movimento delle tre L (liberale, liberista, libertario), alias Radicali italiani, sta per aprire il congresso annuale. Si sa che molte  critiche piovono sulla linea del segretario Daniele Capezzone, tutta "radical pride": meglio soli, puramente "no taliban no vatican" e assolutamente neocon, che collusi con partiti vampiri, a costo di restare fuori dalle istituzioni. Si sa che i radicali piemontesi hanno lanciato un ultimatum: "Alle regionali o alleanza con uno dei poli o non partecipazione". Si sa che domani Silvio Berlusconi sarà "invitato" al congresso con una lettera a Tempi di Yasha Reibman. Si sa che c'è una seconda via, una corrente spontanea sottotraccia, esplosa al congresso 2003 come "linea Della Vedova", quella che ha ottenuto il 30 per cento, qualche strale pannelliano e, al momento dei saluti (dopo il voto), un cenno di simpatia da Emma Bonino. Quella che piace a radicali storici come Roberto Cicciomessere e Lorenzo Strik Lievers, ad Alessandro Litta Modignani, Carmelo  Palma e Olivier Dupuis. Nonostante le critiche, Capezzone sarà riconfermato dalla maggioranza pannelliana. Non si trovano, invece, capezzoniani puri. Si fanno i nomi di Michele De Lucia, capezzoniano discontinuo, e di Marco Beltrandi, capezzoniano riluttante che alcuni curiosamente considerano non del tutto insensibile alle idee di area Della Vedova.
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(Intervento di Benedetto Dello Vedova a pagina 2) Â Â Â