Il Terzo Congresso di Radicali italiani, riunito a Roma dal 29 ottobre al 1° novembre 2004:
1. udite le relazioni del Segretario e della Tesoriera, le approva.
2. Il Congresso saluta, nell’anno 2005, il cinquantesimo anniversario di vita e di lotta politica del Partito Radicale, la più lunga esperienza liberale nella storia dell’Italia unita; l’unica, dopo sei decenni di storia repubblicana, che non abbia mutato denominazione e sigla, e che abbia serbato dal 1955 una ininterrotta continuità politica e giuridica, diversamente da ogni altra forza ex-neo-post confessionale, ex-neo-post comunista, ex-neo-post fascista.
Per questo, il Congresso:
-impegna gli organi dirigenti del Movimento a lavorare affinché -in Italia- si riproponga a cittadini, a parlamentari, a esponenti di forze politiche e sociali (in primo luogo, a quanti sono in cerca di una “casa laica e liberale”) la realtà di una “casa” che esiste già , e attende di essere frequentata, arricchita, perfino “occupata”: è -appunto- la casa del Partito Radicale.
3. Il Congresso saluta due innegabili successi conseguiti nelle ultime settimane e mesi.
Per un verso, l’esito della campagna di raccolta di firme sui referendum per la libertà di cura e di ricerca scientifica, promossa -a lungo in solitudine- da Radicali italiani e dall’Associazione Luca Coscioni; e, a maggior ragione, il Congresso rivolge un riconoscimento grato e pieno alle personalità e alle organizzazioni che hanno deciso il proprio impegno nella campagna, e in primo luogo a quanti hanno dato vita -accanto al Comitato radicale- ad un Comitato referendario comune.
Per altro verso, il primo esito della campagna -avviata da Marco Pannella già in agosto- perché la Commissione Europea non fosse gravata (non solo a causa del ruolo giocato da Rocco Buttiglione) da rigurgiti integralisti, volti a trasformare le legittime convinzioni di alcuni in imposizione o divieto per tutti gli altri (proprio come, anche a causa dell’azione del Ministro Buttiglione, era già accaduto con il blocco dei fondi europei per la ricerca sulle staminali).
4. Il Congresso denuncia altresì, proprio a partire da queste vicende, la poderosa campagna di inganno dell’opinione pubblica già scatenata in primo luogo da tanti “liberali e laici ufficiali”, volta a rappresentare i referendum (graditi e attesi, secondo tutti i sondaggi, dalla maggioranza assoluta degli elettori italiani: di centrodestra come di centrosinistra, laici come credenti) come un evento traumatico destinato a “spaccare il paese”, e a descrivere le recenti vicende al Parlamento europeo non come un momento di dignità e forza delle istituzioni dell’Unione (capaci di alzare la bandiera della laicità degli ordinamenti, necessario presupposto di una convivenza civile e di una società liberale), ma come una “crociata anticattolica e antireligiosa”.
Anche sulla base di questi ultimi esempi, il Congresso denuncia quello che appare un degrado inarrestabile della vita istituzionale e civile italiana, segnata da un’illegalità ormai estesa e strutturale, a partire da quanto continua ad accadere rispetto al diritto dei cittadini ad essere correttamente e completamente informati, e impegna gli organi dirigenti a rilanciare il progetto (vero e proprio pendant della campagna per l’Organizzazione Mondiale della e delle Democrazie), già appoggiato e fatto proprio da centinaia di personalità , parlamentari e giuristi italiani e stranieri, per un automonitoraggio politico-elettorale (a partire dal caso italiano) delle democrazie avanzate.
In particolare, gli organi dirigenti sono impegnati a presentare alla prima riunione del Comitato Nazionale un percorso di iniziative, scadenze e appuntamenti politici, giudiziari e nonviolenti -in particolare rispetto all’affermazione del diritto dei cittadini “a conoscere per deliberare”- anche in vista delle scadenze elettorali e referendarie di primavera.
5. Il Congresso impegna gli organi dirigenti ad una stagione di difesa politica, giuridica e nonviolenta dei quesiti referendari, volta ad assicurare al paese un appuntamento di decisione, di unità civile, di possibile conquista di una nuova libertà (per chi vorrà fruirne) paragonabile al voto del 1974 di conferma della legge sul divorzio. Gli organi dirigenti sono quindi impegnati ad assumere ogni iniziativa per scongiurare il rischio di leggine esclusivamente volte ad impedire agli elettori di pronunciarsi; per aiutare -in primo luogo tentando di assicurare un’adeguata informazione su quella scadenza- la Corte Costituzionale a giudicare secondo diritto, secondo Costituzione, secondo legalità , evitando di proseguire una tradizione di annullamento della possibilità di espressione degli elettori attraverso il referendum (seconda scheda garantita agli elettori dalla Costituzione italiana); e, infine, per incalzare i vertici delle forze politiche di centro-sinistra e di centro-destra affinché non siano parte attiva dell’attacco al voto referendario, non ingannino i propri elettori, ma consentano loro di deliberare in modo libero e informato. Su questi obiettivi, il Congresso impegna gli organi dirigenti a sollecitare e coinvolgere in primo luogo i deputati e i senatori della Repubblica.
In particolare, gli organi dirigenti sono impegnati alla tenuta entro il 15 dicembre 2004 di un primo, grande appuntamento di mobilitazione (a partire dal coinvolgimento di costituzionalisti e giuristi) per la difesa, con i quesiti referendari, della Costituzione e della legalità scritta.
6. Il Congresso individua nella vicenda “Buttiglione-Barroso” un altro capitolo della più estesa e capillare operazione di negazione di libertà fondamentali che ha visto all’Onu (con il tentativo di messa al bando perfino della clonazione terapeutica da parte di una coalizione che ha visto uniti Stato-Città del Vaticano, Italia, Stati Uniti e Portogallo) un’ulteriore occasione di offensiva. Per questo, il Congresso saluta il lavoro in corso da parte dell’Associazione Luca Coscioni, che, in questa occasione, ha raccolto il sostegno di 60 Premi Nobel, di centinaia di parlamentari italiani ed europei, e impegna gli organi dirigenti del Movimento a fornire all’Associazione ogni collaborazione in vista della convocazione di quel Congresso Mondiale per la libertà della scienza e della ricerca, la cui sessione costitutiva si è tenuta con promettente successo a Roma all’inizio del mese di ottobre.
7. Il Congresso denuncia il carattere sempre più pervasivo della vita civile del paese dell’attività e delle vere e proprie ingerenze delle gerarchie vaticane. Da liberali, da radicali, ci batteremo affinché Pietro e la sua Chiesa abbiano il diritto di diffondere la loro predicazione. Ma altra cosa, insostenibile, è invece la pretesa che gli orientamenti confessionali della Chiesa, di una Chiesa, si traducano in imposizione o proibizione per tutti i cittadini. E’ bene (recuperando l’evangelico e troppo spesso dimenticato “date a Cesare quel che è di Cesare, e date a Dio quel che è di Dio”) che anche Oltretevere si comprenda che la laicità degli ordinamenti è la miglior difesa anche per la libertà religiosa. Ed è bene che il ceto politico italiano la smetta di genuflettersi, in un modo che risulta offensivo in primo luogo rispetto alla coscienza dei credenti, che hanno sempre saputo distinguere (a partire dalle prove popolari su divorzio e aborto) tra la loro personale opinione e le necessaria neutralità delle leggi dello stato. La laicità non è nemica di nessuno: è amica di tutti, di tutte le coscienze e di tutte le scelte.
In particolare, gli organi dirigenti sono impegnati a presentare alla prima riunione del Comitato Nazionale un percorso di iniziative, scadenze e appuntamenti per organizzare una risposta all’invasione anche mediatica (a maggior ragione, se sulle reti del servizio pubblico) di rappresentanti ecclesiastici, che dettano l’agenda politica e si vedono riconosciuto un vero e proprio monopolio di indirizzo etico nelle questioni attinenti alla morale personale; così come per denunciare e superare tutte quelle misure (a partire dal meccanismo dall’8 per mille) che clericalizzano gli stati e parastatalizzano le Chiese, riducendole ad espressione mondana di cui i Governi sono veri e propri esattori. La lezione di Romolo Murri, degli anticlericali per religiosità , è sicura guida politica anche per l’oggi.