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gio 02 mag. 2024
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Torino: ore 10:30, presentazione de “Il Libro Nero della Cina”
Mellano: “un’occasione preziosa per cercare di fare quello che la visita di Ciampi in Cina non ha fatto: illuminare il lato oscuro del miracolo cinese”.

Torino, 10 dicembre 2004

Domani, 10 dicembre 2004 (anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo), l’Associazione di Comuni, Province e Regioni per il Tibet ha organizzato la presentazione de “Il Libro Nero della Cina” (edizioni “Guerini e Associati”, Milano). La presentazione si terrĂ  alle ore 10:30 presso il

 

Consiglio Regionale del Piemonte,

Torino, via Alfieri 15, Sala Viglione

 

Saluti:

Roberto COTA, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte;

On. Gianni VERNETTI, Coordinatore Intergruppo Tibet al Parlamento italiano;

Giampiero LEO, Assessore alla Cultura ed Istruzione della Regione Piemonte.

 

Interventi:

Domenico Affinito, Vicepresidente di “Reporter senza Frontiere”;

Marino Busdachin, Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli non rappresentati (UNPO);

Gunther Cologna, Presidente dell'Associazione Italia-Tibet;

Claudio Tecchio, Responsabile politiche internazionali della CISL Piemonte;

Francesco Visioli, Coordinatore Cina della Sezione Italiana di “Amnesty International”;

 

Coordina ed introduce:

Bruno MELLANO, Coordinatore dell’Associazione di Comuni, Province, Regioni per il Tibet e Presidente gruppo consiliare regionale “Radicali – Lista Emma Bonino”.

 

Mellano ha dichiarato:

“L’importanza sia dei documenti raccolti nel libro sia dei relatori che ne discuteranno domani rende l’appuntamento di Torino un’occasione inperdibile per cercare di illuminare il lato oscuro del cosiddetto “miracolo cinese”; un miracolo che si regge sullo sfruttamento di milioni di uomini e donne, sulla repressione scientifica di qualsiasi manifestazione democratica, sull’annullamento puro e semplice della libertĂ  religiosa, dai cattolici ai tibetani, dagli uiguri mussulmani ai Falun Gong.

La visita del presidente Ciampi in Cina non è servita minimamente a porre all’attenzione del regime nazionalcomunista di Pechino e dell’opinione pubblica internazionale tale lato oscuro; cercheremo di sopperire a quest’occasione mancata, con i nostri poveri mezzi e con la convinzione che i rapporti futuri con la Cina, anche e soprattutto quelli economici, non possono fare l’economia di un’analisi profonda della realtĂ  cinese, dei suoi squilibri, delle sue ingiustizie; non farlo significa trovarsi di fronte, nel giro di un decennio, a dieci, cento, mille Piazze Tienanmen”.



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