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Turchia in Europa: la Margherita divisa

• da L'Unità del 11 dicembre 2004, pag. 13

Bruxelles. La Turchia divide in Europa, divide i governi (in Italia la Lega Nord è contro l’avvio dei negoziati per l’adesione), divide i gruppi parlamentari e anche la Margherita. Alla vigila delle imminenti decisioni in sede europea – il voto del Parlamento, mercoledì 15 e le conclusioni del summit Ue del 17 – in casa Margherita è scoppiato il caso. Lo ha svelato la radicale Emma Bonino. Ha chiesto, parlandone a Radio Radicale: “Forse la Margherita è come la Lega?”. L’interrogativo si è basato sul fatto che i deputati di Rutelli hanno messo la loro firma in alcuni emendamenti dei francesi dell’Udf, freschi di congresso fondativo del Partito Democratico europeo, al rapporto del Parlamento che andrà al voto dell’aula. In uno di questi testi si dichiara esplicitamente che al posto dell’adesione della Turchia all’Unione sarebbe meglio una “partnership privilegiata”. Dunque, Ankara non dentro l’Ue a pieno titolo ma tenuta fuori anche se con un rapporto molto speciale. La notizia è diventata un caso. Si è appreso che Pistelli, capogruppo, e gli altri deputati (Andria, Cocilovo, Toia, Letta, Vittorio Prodi, Costa) hanno spiegato che la firma è stata concessa per un fatto tecnico, in modo da consentire all’Udf di raggiungere il numero necessario per la presentazione dell’emendamento. Più tardi le firme sono state, però, ritirate. Tranne quella dell’on. Toia che ha rivendicato il diritto di pensarla diversamente. E mentre i deputati italiani del Pse (Nicola Zingaretti, capo delegazione e Pasqualina Napoletano, vicepresidente del Gruppo) ribadivano la scelta della “piena adesione” della Turchia in coerenza con il “progetto” della Commissione Prodi, era Lapo Pistelli a chiarire definitivamente: “La Margherita è favorevole all’apertura dei negoziati di adesione”.



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