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I radicali delusi «Forse dobbiamo chiarire le cose...»

• da Il Giornale del 13 gennaio 2005, pag. 4

Silvio Berlusconi è possibilista. AI termine del vertice della Cdl, il presidente del Consiglio parla di intese a livello locale" con i radicali. "Abbiamo lasciato a ogni regione spiega Berlusconi - la possibilità di elaborare un accordo con il Partito radicale, quindi ogni decisione verrà presa regione per regione, caso per caso". Ma la risposta non sembra assecondare le aspettative di Marco Pannella ed Emma Bonino. E proprio la "pasionaria" radicale a dichiararsi "esterrefatta dalle parole di Berlusconi". La Bonino legge nella dichiarazione l'intento di frenare l'intesa verso le Politiche del 2006. "Nella mia lingua - dice Emma - la sua dichiarazione è semplicemente un no. Abbiamo posto un problema di legalità, abbiamo parlato di grandi temi, di possibile azione comune, di un percorso dalle regionali alle politiche. Mi chiedo se di queste cose devo discuterne con il consiglio comunale di Bra, con l'assessore comunale... Forse abbiamo capito male, dobbiamo avere pazienza. Forse dobbiamo insistere, magari spiegare meglio a Berlusconi ciò di cui stiamo parlando... Mi sembrava di aver capito che la base, i contatti che ho avuto, le persone della Cdl erano molto favorevoli. Non so bene se sorridere o cosa, come risposta mi viene soltanto un "mah" perché sono abbastanza esterrefatta....

Pannella si limita a ribadirei il suo "terremo la barra ferma sull'obbiettivo di scongiurare il peggio: l'aggravarsi della condizione di fuorilegge delle istituzioni e della politica italiane..." Daniele Capezzone, segretario del Partito, cerca di dare corpo alla delusione radicale: "Abbiamo posto problemi assai diversi rispetto a quelli evocati dal premier. Tutto ciò non può ridursi a intese locali in alcune regioni". La porta insomma non è chiusa, ma poco ci manca. In Piemonte, dove erano in stato avanzato le trattative tra i radicali e il governatore Ghigo, si è assistito a un brusco "stop". I due consiglieri radicali, Palma e Mellano, affermano in una nota che "i radicali non possono essere fatti entrare dove elettoralmente possono servire ed essere tenuti fuori dove politicamente rischiano di disturbare". Dalla Cdl però, fino a sera, arriva solo la voce del responsabile dei rapporti con il mondo cattolico, Giro, che invita la Bonino a non considerare come "chiusura" le parole del Premier. Un po' poco, per sedare la sindrome di abbandono di Emma e Marco.



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