Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 13 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Aiuti trasparenti grazie a internet
Due ospedali, nuove barche per i pescatori, impianti per l'acqua. I 42 milioni raccolti in Italia attraverso gli sms, giornali e tv seguiranno queste vie. Con l'impegno di non sprecare un solo euro.

• da Panorama Economy del 20 gennaio 2005

di Maurizio Tortorella

Rischia anche di essere nominata relatrice per la nuova mobilitazione della riserva dell'Unione europea (450 milioni di euro) per i Paesi del Sud-Est asiatico colpiti dal maremoto. Ma Emma Bonino, il 10 gennaio eletta all'unanimità presidente del Comitato dei cinque garanti sull'impiego dei fondi privati per le vittime dello tsunami, ai compiti particolarmente difficili è abituata: l'ex commissario Ue, oggi europarlamentare radicale, con Giulio Andreotti, Giuliano Amato, Giorgio Napolitano e Andrea Monorchio dovrà controllare che i 42 milioni raccolti in Italia tra sms, tv e giornali vengano impiegati con assoluta trasparenza. La cifra non è modesta: è un millesimo di quanto è stato promesso dal mondo intero.

Come impiegherete i fondi?

Per non perdere tempo e per non disperderne i benefici, li concentreremo nei due ospedali già aperti dalla protezione civile nello Sri Lanka, a Trincomalee, nel nord-est, e a Unawatuna, nel sud. Poi punteremo sull'attivismo di quelle popolazioni e su interventi "moltiplicatori": impianti per l'acqua, nuove barche per i pescatori della zona, kit per riparare le case. Lo abbiamo visto in Kosovo: una porta e una finestra bastano per ripartire, per tornare ad abitare un edificio e ricostruirlo dall'interno.

E come garantirete la trasparenza della spesa?

Tutti i dati dei nostri acquisti verranno sempre pubblicati sul sito internet della Protezione civile: cosa compriamo, da chi, a quanto. Gli stipendi del personale, comunque, saranno a carico dello Stato.

Ma è possibile difendersi da corruzione e taglieggiamenti?

A livello internazionale, anche le grandi operazioni umanitarie non ne sono mai immuni: si parla comunemente di un 10% che "va perso". Ma questo vale soprattutto per le infrastrutture: aeroporti da rifare, reti elettriche... Di fronte a richieste di quel genere, comunque, noi cerchiamo sempre alternative: concorrenza e impegno alla trasparenza aiutano.

Lei andrà sul posto del disastro?

Per ora no. Lo farò più avanti, quando ce ne sarà bisogno. La memoria del mondo, di fronte alle catastrofi, è molto corta. E le promesse di aiuto sono sempre più grandi di quello che poi effettivamente arriva: in Liberia è giunto il 40% di quanto era stanziato, in Costa d'Avorio il 50%.

Crede ancora che l'esercito sia da inviare? La sua proposta è stata criticata

Non capisco perché. Forse è solo ideologia. Lo fanno tutti, anche gli spagnoli hanno inviato 750 militari.

Il "ricatto democratico", aiuti contro iniezioni di democrazia, è possibile in questo caso?

Io credo di sì. In Indonesia, per esempio, si potrebbe cercare di fare pressioni per imporre negoziati di pace tra governo e Gam, l'opposizione non islamica, ma fuorilegge.

 



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail