Fecondazione assistita, la Bonino chiede dibattiti in tv e una data il più possibile ravvicinata
MILANO — «Il cardinale Camillo Ruini dice, adesso, di volere un dibattito "sereno". Un dibattito "equilibrato". Benissimo. A noi basta che ci siano i dibattiti. Poi se non saranno sereni pazienza, non ci formalizziamo. . .». Senza risparmiare battute taglienti nei confronti del presidente della Conferenza episcopale italiana, che è sceso in campo invitando apertamente i cattolici all'astensionismo nel referendum sulla procreazione assistita, Emma Bonino, leader dei radicali e europarlamentare, ha aperto ufficialmente ieri la difficile campagna per i quattro sì al referendum. Lo ha fatto con un intervento, carico di passione, parlando ai militanti riuniti nel terzo congresso dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che sì concluderà domani a Milano.
Sul fronte del no, intanto, è il vicepresidente del Consiglio, Marco Follini, a prendere posizione: «Difendo la legge. Non mi pare ci siano le condizioni per cambiarla in Parlamento. Ho votato per la legge sulla fecondazione assistita e voterò no al referendum perché essa resti quella che è». E aggiunge, dando una mano agli astensionisti: «Ritengo pienamente legittimo dire no anche in forme diverse. L'astensione non è un peccato. Ritengo perfettamente comprensibile e legittima la posizione di chi non andrà a votare».
Due, a questo punto, secondo la Bonino, gli obiettivi centrali che il movimento referendario deve porsi se vuole farcela a vincere il potente partito dell'astensione. Il primo è che venga fissata la data. Cosa di non secondaria importanza. Il referendum ha bisogno di un quorum. «Se ci facessero votare il 15 giugno, a scuole chiuse, quando due milioni di famiglie sono in vacanza, significherebbe la precisa scelta politica di affossare il referendum. Berlusconi ha dichiarato che intenderebbe far tenere prima il referendum. Ma bisogna che questa dichiarazione diventi realtà ». Secondo: gli spazi televisivi, il dibattito. «Se verremo invitati a parlare solo in qualche tavola rotonda tra mezzanotte e l'una - dice la Bonino sarà difficile, per una forza politica squattrinata come la nostra, informare gli elettori. Bisogna che il dibattito nel Paese sia chiaro per tutti. La campagna per l'astensione sarà pure legittima, ma è una campagna per il no, per il mantenimento dell'attuale legge».
Il congresso radicale vive il momento più intenso quando Luca Coscioni interviene in diretta, dalla sua casa di Orvieto.
Non hapotuto essere presente fisicamente perché il viaggio è troppo rischioso per la sua salute. Malato dal '95 di sclerosi laterale amiotrofica, è il simbolo vivente della necessità urgente di ricerca scientifica. Riesce a parlare solo attraverso un computer. La sua voce metallica emoziona l'assemblea: «Abbiamo avuto la pazienza di credere, con la forza di una
nuova coscienza, che l'intelligenza dei cittadini italiani potesse ancora una volta prevalere su quella di una maggioranza parlamentare che ha legiferato interpretando con presunzione il linguaggio delle coscienze e dei sentimenti del popolo italiano... Ma se penso che ancora oggi l'Italia si trova agli ultimi posti tra i Paesi che utilizzano le terapie contro la sofferenza, la paura, almeno per me, almeno per il momento, resta. E non è quella di vedere la legge sulla fecondazione assistita modificata in Parlamento, quanto, piuttosto, lo scendere di un silenzio assordante sui referendum».