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Maroni e la Fiat: dalle parole ai fatti concreti

• da L'Opinione del 25 gennaio 2005

Il Ministro del (cosiddetto) Welfare, Roberto Maroni, ha dichiarato che “la mano pubblica in Fiat sarebbe solo inutile e dannosa”; che “l’esecutivo non andrĂ  oltre misure di routine, nemmeno sugli ammortizzatori sociali, perchĂ© la riforma è bloccata per mancanza di risorse e perchĂ© la mobilitĂ  lunga, cioè fino alla pensione, sarebbe in contraddizione con la riforma previdenziale”; infine, che “da quando l’avvocato Agnelli ha assunto direttamente la guida dell’azienda fino ad oggi, lo Stato italiano ha trasferito alla Fiat, sotto varie voci, quasi un milione di miliardi di lire”.

 

Per quanto riguarda la prima affermazione, non possiamo che essere d’accordo, purchĂ© alle parole seguano i fatti. Quanto alle altre, dobbiamo ancora una volta constatare che l’on. Maroni e la sua maggioranza non fanno quello che dicono e non dicono quello che fanno:

 

1 – stando alle parole di Maroni, dobbiamo concludere che la Fiat ha chiesto la mobilitĂ  lunga. Avevamo quindi ragione nel denunciare che la Fiat, sin dal 2002 e come almeno negli ultimi trent’anni senza soluzione di continuitĂ , chiede e ottiene, da questo Governo come da tutti i precedenti, l’intervento di Cassa integrazione per esuberi definitivi, quando lo stesso è ammesso dalla legge solo nel caso di eccedenze temporanee, mascherando quindi da eccedenze temporanee gli esuberi definitivi. Che il Governo fosse a conoscenza di questo, è dimostrato dal fatto che nella legge finanziaria 2003, art. 28, è stata ripristinata ad hoc per la Fiat la possibilitĂ  di prorogare l’intervento di Cassa integrazione senza limiti di tempo. E ne sono a conoscenza anche gli operai della Fiat, dal momento che gli stabilimenti, da fine agosto a oggi, sono rimasti chiusi per la metĂ  del tempo. Ma allora perchĂ© il Governo – che a parole esclude la volontĂ  di procedere ad un intervento pubblico - ha emanato i decreti ministeriali, assolutamente discrezionali e del tutto sganciati dalla verifica della sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge per la concessione dell’intervento?

 

2 – può/vuole il ministro Maroni rendere pubbliche le “varie voci” sotto le quali lo Stato italiano avrebbe trasferito alla Fiat quasi un milione di miliardi di lire, somma equivalente al 40% del debito pubblico del Paese? Dai dati disaggregati sarebbe possibile verificare: a) la legittimitĂ  o la illegittimitĂ  delle erogazioni; b) la compatibilitĂ  delle stesse con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato; c) la relazione tra gli aiuti e l’andamento del ciclo economico, se c’è, e noi sosteniamo dati alla mano che non c’è; d) se, e sottolineamo se, sia sussistita storicamente una relazione tra nuove assunzioni da parte di grandi gruppi industriali e successive collocazioni degli stessi lavoratori in Cassa integrazione, e la relazione tra queste e le scadenze politico-elettorali degli ultimi trent’anni.

 

3 – il piano-Maroni di riforma del Welfare, che a quanto pare è ostaggio degli aiuti che il Governo di cui è ministro ha deciso di stanziare a favore dei forestali calabresi, sacrificando quindi a questi ultimi gli interessi di tutti gli altri lavoratori, prevede o no l’estensione generalizzata della Cassa integrazione straordinaria camuffata da ordinaria, mantenendone però il meccanismo discrezionale di concessione da parte del potere partitocratico, e quindi ponendo le basi per un ulteriore saccheggio delle tasche dei cittadini senza un solo vantaggio per la collettivitĂ ? Il ministro Maroni smentisca. Se può.

 

Michele De Lucia, membro della Direzione di Radicali italiani



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