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Rutelli apre ai Radicali; gelo nella Margherita
Quattro giorni fa la telefonata alla Bonino. La Bindi: con loro perdiamo; Prodi: l'Ulivo punta sul welfare, è il motore dello sviluppo

• da Corriere della Sera del 29 gennaio 2005, pag. 12

di Roberto Zuccolini

«I radicali? Ma io le elezioni non  le voglio mica perdere». Rosy Bindi è appena arrivata  qui al Lingotto per il convegno della Margherita su sviluppo e welfare. E subito esprime  con chiarezza il suo giudizio sulla ventilata alleanza con Marco Pannella: alle Regionali e,  chissà, alle Politiche. Ma la stessa cosa pensano, se non peggio, Enrico  Letta e Giuseppe Fioroni. E gelido appare anche  Dario Franceschini. Insomma, nella Margherita, tranne  poche eccezioni, il connubio  avanzato  il giorno prima dai vertici  della Fed (la lista unitaria  del centrosinistra) non  sembra avere successo. Eppure si viene a sapere  che ad aprire la partita  è stato lo stesso Francesco Rutelli: quattro giorni fa ha telefonato ad Emma Bonino per sondare il terreno ed avviare  un discorso con i radicali, ormai da tempo in rotta con il centrodestra. E subito dopo ha  incaricato Franco Marini  di verificare la proposta, cioè vedere regione  per regione dove sia possibile  l'alleanza. In altre parole, l'input è partito dal presidente stesso della Margherita, che molti anni fa militò nello stesso partito di Marco Pannella.

 

E se ne parla qui al Lingotto. Certo, gli argomenti di questa due giorni, dal titolo Big Talk Generatori di futuro, sono ben altri: la ricerca, il lavoro, la scuola, il Mezzogiorno, le  nuove tecnologie. E soprattutto, la pace, o al  meno la tregua, ritrovata  con Romano Prodi che ha aperto il convegno. Ma si discute, eccome, anche dei rapporti  con i radicali. Rosy Bindi insiste: «Io voglio  vincere le elezioni. Ma se ci presentiamo  con i radicali le cose  si complicano: vorranno  dire la loro su tutto. No, non vedo possibile un alleanza, neanche  per le Regionali perchè vorranno inserire  nel programma qualche proposta liberista. Purtroppo però alla fine, come sempre, non saremo noi a decidere se l'alleanza si farà». Perché saranno altri, come  ad esempio i Ds, a decidere.

 

Enrico Letta ha al  riguardo giudizi altrettanto  drastici: «Vedo malissimo questa prospettiva. Anche per come  è partita: invece di aprire un discorso sul programma, come sarebbe  stato più corretto, si è parlato subito di peso elettorale. Non posso escludere nulla, ma non si può affrontare la questione  in termini di possibile  accordo quando ancora non ci si è incontrati  e non si sono affrontati  i contenuti dell'eventuale  patto». In realtà, un primo incontro  ieri c'è stato: mentre la Margherita si riuniva, quasi tutta, al Lingotto, a Roma Franco  Marini si incontrava con Marco Pannella. E tra i due si è incominciato  a parlare delle diverse situazioni locali in vista delle Regionali. Ma un mariniano come Giuseppe  Fioroni non crede che la trattativa possa andare avanti: «E' pressochè  impossibile, come  prendere la luna e buttarla  in un pozzo. A livello  regionale saranno loro  a fare problemi mentre  per le Politiche ci troveremo  di fronte a scogli insormontabili come le loro opinioni sulla guerra  e sull'economia, che sono agli antipodi rispetto  alle nostre. Per non parlare di materie come la fecondazione assistita».

 

Il coordinatore della Margherita, Dario Franceschini, non esclude invece  possibili accordi a livello locale: Decideranno  i partiti del centrosinistra  nelle singole regioni. Ma per le Politiche  è tutta un'altra musica: «Se vogliono imporre  la loro linea sulle questioni  di coscienza sarà impossibile trovare un  accordo. E poi, non possiamo  ragionare come Silvio Berlusconi con Alessandra Mussolini, cioè corteggiare un partito  solo per sperare di incassare qualche punto  in più». Ciò non toglie che altri  settori della Margherita, diversi dagli ex popolari, non guardino invece  all'alleanza con i radicali  come ad un fatto possibile, anche se a certe  condizioni. Spiega il capogruppo al Senato, Willer Bordon: Non è detto che alla fine la trattativa vada bene, ma non escludo anche il contrario. Confido sul fatto che Pannella è un politico concreto, che procede per obiettivi. E comunque, per quanto mi  riguarda, non ci sono ostacoli ideologici».


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