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Marini: con i radicali meglio un accordo generale
L'intesa regione per regione forse non basta. Ora della pratica se ne deve occupare il Professore

• da Il Messaggero del 31 gennaio 2005, pag. 7

ROMA - I cronisti più enfatici già lo chiamano “il patto fra i due abruzzesi”: cioè fra Franco Marini e Marco Pannella. Ma prima ancora che cominci, il rapporto fra il centro-sinistra ci radicali viene subissato di obiezioni.

 

Marini, i due abruzzesi già sono costretti alla resa?

“Nient'affatto. Vedo che sono state avanzate molte difficoltà e tanti problemi. Ma bisogna fare ogni sforzo per questo accordo” .

 

Un accordo generale per il voto amministrativo di aprile, o da stipulare regione per regione?

“Mi andrebbe bene anche un'intesa regione per regione. Ma l'importante è avviare un dialogo politico positivo e generale, anche con l'occhio al 2006. Visto che i radicali, dentro il Polo, non si sono integrati ma”

 

Innanzitutto, vincere le regionali?

“I radicali sono importanti ovunque. Ma in due regioni, il Lazio e il Piemonte, il loro apporto può essere decisivo”.

 

Ma allora perché - come ha denunciato anche Emma Bonino sul “Messaggero” - dentro la Gad le resistenze sono quasi insormontabili?

“Perché molte di queste obiezioni tradiscono, a mio modo di vedere, un pizzico di pigrizia intellettuale e di ipocrisia”.

 

Quali sono le obiezioni?

“Sono di due tipi. Una, diffusa nella Margherita e proprio nell'area dei popolari, è quella secondo cui sui valori di fondo - per esempio riguardo alla procreazione - le posizioni dei radicali a sono inconciliabili con le nostre. Capisco la difficoltà ma ci vedo, appunto, un po' di pigrizia e di ipocrisia”.

 

Ipocrisia?

“La nostra alleanza sta insieme sulla base della proposta di governo, mentre per quanto riguarda i valori ognuno ha le proprie posizioni spesso differenti da quelle degli altri partiti della coalizione. In questa molteplicità , anche i radicali possono trovare il loro spazio”.

 

L’altro tipo di obiezioni?

“Proviene da sinistra. Agli occhi di molti, i radicali sono troppo vicini al Polo lo ribatto: ma come si fa a considerare di destra la storia di Pannella? E aggiungo: la Bonino in Europa, è stimata da lutti per le battaglie a favore delle aree deboli del mondo”

 

Sbaglia quindi la Gad a temere i libertari?

“I radicali sono scomodi, autonomi e gelosissimi delle loro idee. E il confronto e la convivenza con loro può essere difficile. Ma mi domando: che cosa c'è di facile nel nostro schieramento?”

 

Ora si tratta di uscire dall'empasse. Ha qualche idea?

“Non basarsi più sulle iniziative individuali e sugli incontri in ordine sparso fra noi e loro. Serve l’intervento di Prodi. E quello dei leader dei partiti. Una riflessione collettiva, e seria, sulle potenzialità anche elettorali di un rapporto vero”

 

 



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