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Regionali, salta il vertice del Polo
Divergenze con An sulla Campania e sul possibile accordo con la Mussolini

• da La Stampa del 2 febbraio 2005, pag. 6

di Ugo Magri

Visto dalle vallate alpine, quanto sta accadendo nel centro-destra è incomprensibile: invece di annunciare la lista completa dei candidati governatori, An e Forza Italia continuano ad accapigliarsi su Campania e dintorni. Roberto Calderoli, leghista, ieri dava segni di nervosismo: «Risolvano la disputa in fretta, così come abbiamo fatto noi al Nord grazie all'intervento risolutore di Bossi... Ma nessuno finora gli ha prestato orecchio. Anzi, il vertice dei leader di maggioranza, che doveva tenersi oggi per mettere tutti d'accordo, sembra destinato a saltare. In serata Silvio Berlusconi non l'aveva ancora convocato perchè, spiega uno dei suoi colonnelli, «si è reso conto che sarebbe finito in rissa, dunque meglio riviare». All'origine del bisticcio c'è un discorso sul metodo: che peso dare a quei candidati che, come in Campania, sono destinati a perdere? An la pensa in un modo, Forza Italia in un altro. Il partito di Gianfranco Fini è pronto a mandare un suo uomo allo sbaraglio contro il campione avversario, Antonio Bassolino, ma vuole che il sacrificio venga compensato con una candidatura supplementare in altre regioni. «Neanche per sogno», replicano gli uomini di Berlusconi, «quattro erano le regioni con candidati di An, non possono diventare cinque solo perchè hanno il timore di perdere...».
Su questo scoglio si e arenata una trattativa che, sabato scorso, pareva ormai in porto. Il premier aveva personalmente chiesto a Italo Bocchino, giovane brillante di An, se aveva abbastanza fegato per cimentarsi in Campania. Bocchino aveva risposto sì, pure Fini era d'accordo, ma poi il diavolo ci ha messo la coda perché Berlusconi ha cominciato a sospettare che gli alleati stessero confezionandogli un «pacco», e identica cosa hanno temuto quelli di An.
Il Cavaliere è alquanto irritato anche per la vicenda Mussolini. Pur di vincere le regionali e le politiche del 2006, lui avrebbe stretto tranquillamente accordi con la formazione politica messa in campo dalla nipotina del Duce. Pure qui pero An si èmessa di traverso, ponendo come condizione al via libera che Alessandra Mussolini getti a mare Alternativa sociale, un partito nato in concorrenza proprio con Fini e i suoi. Lei, inutile dire, di abbandonare la creatura che i sondaggi danno in crescita non ci pensa nemmeno, il perchè lo ha spiegato ieri personalmente al premier: «Chiedendo di rinunciare ad Alternativa sociale sarebbe come chiedere a te di sopprimere Forza Italia...». Berlusconi ha preso atto che la speranza di sottoscrivere un'intesa per le regionali è pressoché nulla. Per le politiche si vedrà (e la Mussolini stessa lascia la porta socchiusa). Ma l'irritazione nei confronti di An è piuttosto marcata e c'è il rischio che possa tracimare domani, nel discorso che il premier ha preparato insieme col portavoce Paolo Bonaiuti per il Consiglio nazionale azzurro. Osservava ieri un esponente di Forza Italia che «dalla pane di An ci vengono sempre e solo ostacoli». Sui radicali, ad esempio: «Che bisogno aveva Gianni Alemanno domenica di attaccarli ferocemente, sostenendo che prima di allearsi col centro-destra dovrebbero chiedere scusa?
Allora lo fanno apposta!». La sensazione, tra i berlusconiani doc, e che ormai pure coi radicali le chances siano al lunicino, e che il pendolo di Marco Pannella stia oscillando verso sinistra, dove l'ascolto è stato nettamente migliore (mancano solo i sì di Romano Prodi e Piero Fassino). Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto sono corsi ai ripari, proponendo ai radicali un incontro riparatore. Ma a questo punto è Berlusconi in persona che deve sbilanciarsi, se non vuole farsi sfuggire l'intesa. Gli rammenta il segretario radicale Daniele Capezzone: «In queste settimane ha trovato il tempo per vedere la Lecciso e la Venier, per fare decine di telefonate alla "signora Mussolini" e ai suoi gentlemen, per occuparsi di mille cose più o meno importanti, ma non per dire una parola su noi che non fosse una citazione sciatta, svogliata e frettolosa».
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