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Con i Radicali alla porta

• da L'Unitŕ del 3 febbraio 2005, pag. 1

di Furio Colombo

Ospitalità ai radicali nello schieramento di centrosinistra a partire dalle prossime elezioni regionali? E un evento insolito, una richiesta inaudita (nel senso di mai udita prima) che ha provocato attenzione, meraviglia e qua e là, nella vasta galassia di opposizione, sostegni inaspettati (Gavino Angius, Franco Marini) e aperte irritazioni (Pierluigi Castagnetti). Ma anche la dichiarazione convinta e firmata di 150 deputati e senatori di tutta l'opposizione che dicono sì.

Mettiamoci per un momento dalla loro parte. Perché 150 esperti di vita politica, rodati dall'esperienza quotidiana di misurarsi sia con le idee che con i fatti e la comunicazione dicono sì ai radicali da sinistra? Mi vengono in mente tre risposte.

La prima: c'è una affinitĂ  o vicinanza o somiglianza di temi e di impegni su questioni non rinunciabili come la libertĂ  di ricerca scientifica, il rifiuto del proibizionismo carcerario, la repellenza per la Bossi-Fini che impedisce l'esercizio del diritto d'asilo, le garanzie per i di ritti civili. E c'è differenza in tema di diritti economici e in certi aspetti della politica estera. Ma ciò avviene su un terreno accidentato e in movimento, con distanze e differenze che ci sono anche all’interno della coalizione di centrosinistra. Tali differenze suggeriscono l'arricchimento del dibattito piuttosto che la torre di Babele (come teme qualcuno).

La seconda risposta è che "ospitalità" è una condizione che fa onore a chi la chiede e a chi la dà. Non si cambia, ospitando o venendo ospitati, se non in meglio, nel senso che io mi impegno a farmi capire da te e tu ti impegni a farti capire da me, e tutti e due a fare un piccolo falò di luoghi comuni, e ad ascoltare gli altri.

La terza risposta è: ma noi, a sinistra, non avevamo detto che siamo migliori? Migliori qui vuol dire "capaci di offrire ospitalità". Perché, nella formula ideata da Marco Pannella, con un notevole istinto del fatto allo stesso tempo utile e nuovo, oltre al senso civile della proposta, c'è un senso politico: chi ospita è sicuro di se stesso, conosce il paesaggio in cui si muove, confida nella propria identità al punto da fare spazio ad altri che hanno una storia, un senso, un peso. Insomma, ispira fiducia. Qualcuno dice che - nella Regione tale e tale altra - ospitare i radicali porta anche un vantaggio politico. Noi preferiamo un pensiero più disinteressato: chi ospita (specialmente se apre la porta ad ospiti non docili e non silenziosi) vuol dire che può farlo, che ha dignità e libertà per farlo, che vale la pena di farlo. La destra non può.



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