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Da trent'anni l'un contro l'altra armati
ATTUALITÀ REFERENDUM SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA

Emma Bonino e Carlo Casini. Lei radicale, lui Movimento per la vita. In guerra su tutto (o quasi) da quando il magistrato cattolico la arrestò con l'accusa di portare le donne ad abortire clandestinamente. Ed è come sfogliare la storia d'Italia.

• da Corriere della Sera Magazine del 3 febbraio 2005, pag. 50/52

di Vittorio Zincone

La prima volta che si incontrarono fu durante un interrogatorio nel carcere delle Murate, a Firenze. Era la primavera del 1975. Lui era il magistrato che si occupava dell'indagine sulla «clinica degli aborti». Lei, seguace di Marco Pannella, era stata arrestata perché accusata di accompagnare comitive di giovani donne a interrompere illegalmente la gravidanza. Da quel momento Carlo Casini, oggi presidente del Movimento per la vita, ed Emma Bonino, pasionaria radicale, non hanno smesso di affrontarsi sui temi più incandescenti del dibattito politico: aborto, droga, terrorismo, violenza sessuale, fecondazione assistita. Trenta anni di scontri ininterrotti. Trenta anni di vite parallele vissute nelle aule dei tribunali, a Montecitorio, a Strasburgo o negli studi di qualche trasmissione televisiva. Una specie di teatro itinerante dove al posto del copione ci sono disegni di legge o quesiti referendari. «Prima o poi scriverò un libro», dice Bonino. «Lo chiamerò Vita con Casini. Se ripenso a tutte le battaglie che noi radicali abbiamo combattuto da quando ho iniziato a fare politica, ho una forte sensazione di dejà vu. Ritrovo sempre la faccia di Casini dall'altra parte della barricata. Corretto e leale, ma sempre presente. Come se fosse il nostro angelo  custode».

Lui. ex di Azione Cattolica, ex democristiano ed ex popolare, non si riconosce troppo in questo ruolo di «mastino anti-Bonino». «Credo che le mie idee e le cause per cui lotto non si possano ridurre a una mera contrapposizione alle iniziative radicali», dice. Ma poi basta sentirlo parlare un minuto di Pannella & Co, e si capisce che Casini potrebbe aver pronte in un cassetto le bozze del volume Vita con Bonino. Aprendolo si scoprirebbe che nel 1993, quando alcuni parlamentari democristiani decisero di prendere la tessera del Pr per sostenere il movimento  radicale, lui scrisse un articolo di fuoco sul Popolo per denunciare «lo sbandamento» dei suoi colleghi. «La cultura radicale», si leggeva, «è la più organica antagonista della visione cristiana dell’uomo  e della società».

 

Casini lo pensava già nel 1975. In quell'anno, mentre Bonino, alla sua prima performance di disobbedienza  civile,  si faceva arrestare («Ero in cella con delle prostitute, fu divertente») e dichiarava al magistrato Casini che una volta uscita avrebbe continuato a lottare per il diritto delle donne ad abortire, il cittadino Casini inaugurava a il primo Centro  per la Vita: una struttura per aiutare le ragazze incinte (e in difficoltà) a partorire.

Nel 1978, quindi, i due vissero piuttosto diversamente l’approvazione della legge sull'aborto. Casini arrivò a considerare quella norma l'inizio della fine della Dc. Bonino invece riteneva che fosse una prima vittoria e che si dovesse andare ben oltre. «lo facevo  ostruzionismo parlamentare», racconta la radicale. «Era anche un modo per sensibilizzare l'opinione  pubblica sul fatto che finalmente l'aborto era diventato legale. Ricordo che in Aula era proibito mangiare e si poteva bere solo acqua. Una sera Sandro Pertini venne da me e mi diede un cioccolatino di nascosto, invitandomi a resistere tutta la notte». L'anno successivo Casini venne eletto in Parlamento. Si trovò subito contrapposto ai radicali quando fu il momento di approvare il decreto Cossiga sul terrorismo. «Ci fu anche qualche battaglia che facemmo sulle stesse posizioni», spiega Bonino, «sulla fame nel mondo e sulla pena di morte eravamo d'accordo. Ma per il resto...». Per il resto le schede di Radio Radicale, con cui Bonino accompagna il suo racconto, mostrano Casini contro i radicali sull' eutanasia durante una puntata di Buona Domenica del 1987 (condotta da Maurizio Costanzo). Casini in rissa «pacata» con Bonino e compagni a causa della legge sulla violenza sessuale nel 1989, Casini che, sempre nell'89, baccaglia con la parlamentare radicale sulla pillola Ru 486 per l'interruzione della gravidanza, e Casini che all'inizio degli anni Novanta promuove la legge più odiata dai colleghi di Pannella, quella sulla droga.

 

«Se è per questo», aggiunge il presidente del Movimento per la vita, «già nel 1989 avevo presentato al Parlamento europeo una risoluzione che indicava i criteri per una disciplina della fecondazione assistita». Se lo ricorda pure Bonino. All'intreccio tra la sua vita e quella dell'ex magistrato, lei aggiunge anche alcuni dibattiti radiofonici sulla bioetica a metà degli anni Novanta. «Lui già parlava del volto umano dell'embrione», dice alzando gli occhi al cielo, ed elenca anche uno scontro nel 2000 durante un convegno dell'Aied sulla pillola  del giorno dopo.

Ora Casini considera Bonino figlia di un disastroso «materialismo pratico» («Per lei e per i radicali, l'uomo è un semplice pezzo di materia»), mentre Bonino pensa a Casini come a un esecutore zelante della volontà Vaticana («La sua santificazione dell'embrione mi è sempre sembrata una follia»). A sentirli, tutti e due, su aborto e fecondazione assistita, sono convinti che la scienza sia dalla loro parte.  Tutti e due sostengono che l'avversario negli anni sia stato costretto a modificare la propria linea. Tutti  e due sciorinano numeri che dovrebbero dimostrare i torti dell'altro. «Ogni volta che il popolo italiano è stato chiamato a pronunciarsi ha dato ragione ai radicali», dice Bonino. «Da quando è stata approvata  la legge sull'aborto, noi del Movimento per la vita abbiamo salvato 60.000 esseri umani», replica  Casini.

 

L'ultimo motivo del contendere è il referendum abrogativo sulla legge per la fecondazione assistita. Bonino chiede a Casini chiarezza, pretende che lui sì schieri con il «No» ed eviti che il risultato di una consultazione così importante venga deciso da chi si asterrà per andare al mare. Casini per ora non si esprime e aspetta di capire cosa sia meglio per far fallire il referendum. Nel frattempo i due continuano a incontrarsi e a punzecchiarsi. L'ultima volta è successo durante una pontata di 8 e mezzo, il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni. Bonino, parlando di embrioni, ha lanciato la sua provocazione: «Carlo, ammetterai che c'è una bella differenza tra un uovo e una gallina». E lui: «Certo, ma tu sei stata un embrione umano, mica un uovo».



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