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Polo o Gad, per scegliere i radicali si affidano ai sondaggi
Alleanze / La sfida di Pannella: Prodi e Berlusconi incarichino gli istituti per conoscere il nostro peso elettorale. Capezzone: belli gli applausi della Quercia. Bravo anche il Cavaliere, ma ricordi che 2 radicali su 3 preferiscono l'Ulivo

• da Corriere della Sera del 5 febbraio 2005, pag. 10

di Fabrizio Roncone

ROMA — Chiusi da ore all'hotel Ergife, in un salone sotterraneo caldissimo, con Marco Pannella seduto a capotavola, tutti senza più una goccia di caffè e senza mezza tacca di copertura sui telefonini, tutti con gli occhi cerchiati ma ancora molto eccitati dall'idea di essere sempre più politicamente corteggiati da Prodi e Berlusconi, i radicali non riescono a decidere con quale dei due poli stare. O meglio: quale «ospitalità» accettare. È un venerdi lungo e convulso che arriva a una specie di svolta solo alle sei e mezza del pomeriggio: quando, nel pieno di mille ragionamenti, strategie e ipotesi, è come sempre proprio a lui, a Marco Pannella, che tocca il compito di alzarsi dal tavolo della direzione e venirsene fuori con una delle sue idee:

«Io, a questo punto, rilancio». A Prodi e Berlusconi propone così di fermare gli orologi e li invita «a chiedere, ai cinque principali istituti di sondaggio, un rilevamento che accerti, realisticamente, quale potrà essere il peso dei radicali italiani, nelle prossime elezioni regionali. Tutto questo, ovviamente, nell'interesse del polo che dovrà ospitare il nostro partito...».

Perché alla fine un polo i radicali lo sceglieranno e però non è facile per niente intuire quale sarà. Il segretario Daniele Capezzone costruisce autentici capolavori dialettici.

Comincia dicendo: «Davvero belli, importanti ed eloquenti gli applausi che hanno accompagnato, al Congresso dei Ds, i passaggi relativi ad un eventuale accordo con i radicali...». Una frase che sembra una dichiarazione d'appartenenza. Ma lui, subito: «No no, avete capito male. .. io mi limito a rilevare. E infatti rilevo con soddisfazione anche la nuova disponibilità di Berlusconi. Sebbene lui debba fare un ultimo sforzo personale notevole, per riuscire a superare le distanze politiche

che, ultimamente, ci hanno tenuti un po' distanti...».

Capezzone ha appena letto le agenzie di stampa che continuano a battere dichiarazioni polemiche da parte di esponenti dell'Udc, della Lega e pure di Urso di Alleanza nazionale. «Leggo leggo... a Berlusconi però suggerisco di valutare bene quel sondaggio secondo il quale due radicali su tre preferirebbero stringere un accordo con la Gad... Una stima che io, da militante, reputo credibile. E quanto poi ai veti di certi partiti, alla Lega... beh, sono problemi che, appunto, deve risolvere lui, Berlusconi».

Questi, a numerosi osservatori politici, paiono comunque proprio dei veri messaggi. Ultimissime aperture. Che, naturalmente, continuano però a trascinarsi dietro anche le ultime ruggini. E così Marco Cappato, Il segretario dell'associazione «Luca Coscioni», dice che «se davvero il governo guidato da Berlusconi pensa di far slittare il referendum sulla procreazione assistita, così come ha anticipato il Corriere... costringendoci quindi a lottare anche contro l'astensionismo, per noi sarebbe un imperdonabile atto di ostilità».

Minacce, aperture. Ore che passano. Altre aperture. Come quella di Romano Prodi, che rimbalza dal Congresso dei Ds: «La Gad è un'unione tanto forte, stabile e sicura da potersi aprire al dialogo anche con forze diverse da sé, come i radicali, per un confronto alla vigilia delle elezioni regionali...».

Vanno da Marco Pannella, gli ripetono tutto. Avvertono Emma Bonino, che sta a Gibuti per un convegno. Daniele Capezzone allarga le braccia: «Belle parole, ringraziamo Prodi. Ma noi, ecco, stiamo ancora valutando bene se...».



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