Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 17 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Regionali, i Radicali prendono tempo
«Decidiamo il 10 febbraio con chi stare». Cdl e Gad sempre più divise sull'ipotesi di accordo. Pannella: i Poli facciano sondaggi per capire il nostro peso

• da La Stampa del 5 febbraio 2005, pag. 8

di Maria Grazia Bruzzone

«Un accordo ci sarà», assicura Marco Pannella. E, rinviando ancora il finale del thriller su quale sarà il Polo prescelto ma escludendo che i radicali corrano da soli, lancia una nuova proposta: «Sarebbe serio che i nostri interlocutori commissionassero nelle prossime 24 ore ai cinque istituti di sondaggi più seri indagini che valutino le possibilità dei due poli alle prossime elezioni regionali in relazione ad eventuali accordi con i Radicali». E spiega che stanno trattando «e dobbiamo avere gli strumenti di conoscenza per capire quali responsabilità ci aspettano».

Facciano (e paghino) loro i sondaggi e poi ci facciano sapere, insomma, comunica il leader radicale, interrompendo la riunione dei radicali da cui sembrava dovesse scaturire un'opzione, mentre la discussione va avanti a oltranza. Sorride, Pannella, divertito dall'esito delle sue mosse. Berlusconi che ha ipotizzato incontri a breve per dar vita a un «patto di collaborazione e a un'intesa politica». E Prodi che, dopo l'incontro di 45 minuti avuto con lui l'altra sera, parlando al congresso dei Ds ribadisce la disponibilità. Un passaggio applaudito dalla platea diessina, e Daniele Capezzone se ne compiace: «Era successo con Fassino, si è ripetuto con Prodi».

Il segretario radicale enfatizza la buona accoglienza del centrosinistra, già espressa dalla richiesta di accordo firmata da 150 parlamentari, per sostenere che «come durante la raccolta di firme per il referendum, la gente di sinistra è più avanti dei suoi dirigenti. Che ora devono passare dalle parole ai fatti». Al centrodestra, anzi, a Berlusconi, ricorda invece i pareri di vari sondaggisti usciti sul suo Giornale: solo 1 elettore radicale su 3 li seguirebbe nella Cdl, mentre 1 su 2 si metterebbe col centrosinistra. Capezzone condivide. «E’ colpa delle scelte politiche sbagliate, sulle quali la maggioranza dovrebbe riflettere». Il fatto è che i radicali non solo non chiedono «alleanze» ma «ospitalità», cioè «convivenza» (un concetto che Fausto Bertinotti, favorevole, trova addirittura «geniale»), ma hanno l'ambizione di cambiare il Polo al quale si unirebbero.

Però questo doppio binario viene valutato in altri modi. A destra Rocco Buttiglione lo considera senza mezzi termini «un mercato delle vacche». «Un'asta al massimo rialzo», per la leader dell'ultradestra Alessandra Mussolini. Delusa: «Non credevo fossero attratti dalle poltrone». Simile, nella Gad, il giudizio di Clemente Mastella: «Vorrei sbagliarmi, ma Pannella sta pigliando in giro chi in buona fede apre spazi politici e sta solo alzando i1 prezzo». «Diciamo che il dialogo parallelo non aiuta», riconosce il prodiano Arturo Parisi.

La verita è che, al di là delle disponibilità ufficiali, la trattativa concreta langue di qua e di là, e crescono le ostilità. Nella Margherita, dove Enrico Letta è nettamente contro, Rosi Bindi chiede che ne discuta la direzione, mentre un editoriale di Europa si interroga sul «colpo di fulmine» che ha colpito la Gad e sospetta «un calcolo elettoralistico». Idem nella Lega e nell'Udc. «Berlusconi faccia quel che vuole, ma nelle regioni in cui ci siamo noi nelle liste non ce li vogliamo», ribadisce il leghista Alessandro Cè. E il centrista Luca Volontè, rilevata la distanza dei valori, si dice sicuro che «con loro non si vince ma si perde»: «Se poi Fi vuole includere i radicali nelle sue liste, faccia pure».

Le liste. La trattativa langue anche perché è ancorata ad accordi di quel genere. Per la Gad se ne

occupa Franco Marini, che fino a oggi è fermo all'accordo «regione per regione». Un limite che i radicali, che guardano più lontano, rifiutano. Per ora. «Ci sono ancora 4-5 giorni di tempo», diceva l'altro ieri Pannella. Adesso l'ultimatum è spostato al 10 febbraio: «Decideremo entro quella data». 



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail