ROMA- Marco Pannella ha chiesto alla direzione nazionale del partito (il cui compito è di «riflettere, non di deliberare» ha precisato) di fermare per 24 ore, tutti i contatti con i due Poli, sollecitando un sondaggio «che tenga conto anche dei radicali», ossia rilevi l’apporto numerico del movimento, ai due schieramenti, quando si andrà a votare in Aprile. Partendo dall’ultima rilevazione di Piepoli che assegna 8 regioni alla Gad e 6 alla Cdl (ma non si conta la presenza radicale), il leader, convinto del significativo sostegno del suo partito, ha proposto ai «nostri interlocutori» che «commissionino agli istituti un sondaggio per le politiche-regnonalì».
In ogni caso, afferma che si arriverà ad un accordo con uno dei due Poli, «una scelta dobbiamo farla»
Critiche da Mastella, Udeur, secondo il quale Pannella «sta pigliando in giro quelli che in buona fede gli aprono spazi». Gasparri, An, ha definito queste accuse «paradossali». Apertura, invece, di Bertinotti. Nella Cdl Lega e Udc sono perplesse. Per il leghista C’è, «Pannella e Berlusconi facciano quello che vogliono, ma nella regioni dove siamo presenti, il Carroccio non vuole un accordo con i radicali». Fuoco di sbarramento dell’Udc: Buttiglione afferma che «Berlusconi sbaglia» e per Volontè «non c'è più religione se i radicali entrano nel la Cdl».
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Pannella, ma nulla fine, se una decisione dovrà essere assunta, quale sarà il vostro alleato futuro?
«In alcuni alcuni momenti è doveroso andare lì dove ti respinge il cuore, non necessariamente dove ti porta».
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Lei ha avuto un contatto, giovedì scorso, con Romano Prodi al congresso Ds, ma dalla Cdl, dopo l'apprezzamento di Silvio Berlusconi, non sono arrivati più segnali?
«Con Berlusconi ci siamo sentiti anche ieri mattina».
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Che cosa vi siete raccontati?
«Questo non lo dico. Lui ha letto i giornali e li ho letti anch’io, ha letto le agenzie. Mi ha espresso il suo giudizio su come ci stiamo comportando rispetto alle cose. L'ha detto anche pubblicamente, “non esiste che voi andiate con quegli altri". E' un'opinione la sua, perché non rispettarla?».
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Allora vi siete cacciati in un bel guaio, non sapete cosa scegliere?
«Vorrei avere spesso questo guaio. Perché è drammatico, perché c'è una bella posta in gioco, modesta forse, ma di segno opposto rispetto a quella che il Paese vive da sempre».
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Quindi ci sono spaccature un direzione?
«No, assolutamente. Stiamo riflettendo per capire meglio le cose. Fra l'altro, mancano un mucchio di elementi».
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Quando si chiuderà questa partita?
«Se loro ragionassero come noi, dovrebbero già presentare le liste in 5 o 6 giorni. Ma per faire questo, dovrebbero già averle. Solo che loro sono abituati a violare la legalità , come prassi. Quindi, adesso, qual è il rischio? Che loro pensano di presentarle il 4 marzo: da una parte, con firme illegittime, o meglio in bianco. Dall'altra, una lista con gli ultimi arrivati».
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Se i termini di legalità , come voi affermate, non saranno rispettati, che cosa può accadere?
«Io posso anche dire: “cittadini italiani, noi ci presentiamo fuori dai Poli, dobbiamo riconoscere per lealtà con voi, che la competizione non ha nessun valore politico, ha un grande significato di testimonianza morale”. Ma questo è estraneo al gioco democratico. Possiamo farlo, e con questo? Semmai, è la dimostrazione che il recinto bipolare oggi è il luogo che si vive come un privilegio quello che la Costituzione e la democrazia garantivano a tutti»  Â