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Pannella vicino all'intesa con Silvio. Ma oggi va da Prodi

• da Corriere della Sera del 15 febbraio 2005, pag. 13

di Livia Michilli


 Per rappresentare pittoricamente la mancanza di risposte alla richiesta di ospitalità, Marco Pannella è solito dire che «il centrosinistra ci tiene fuori dalla porta». Un'immagine che rischia di concretizzarsi oggi pomeriggio quando il leader radicale, insieme con Emma Bonino, si presenterà davanti all'uscio dell'Ulivo: «Andremo in piazza Santi Apostoli e vediamo se ci ricevono, altrimenti faremo una conferenza stampa li sotto». Il problema è che il padrone di casa è assente (Romano Prodi è ancora a Parigi) e il socio di maggioranza dell'Unione, Piero Fassino, non abita li e ai radicali manda a dire da Vannino Chiti, capo della segreteria Ds, che «non siamo disposti a partecipare a un'asta». Senza considerare che il biglietto da visita con cui si presentano gli ospiti non è dei più incoraggianti: ancora ieri Pannella e Daniele Capezzone rinfacciavano al centrosinistra la responsabilità del mancato accordo e la delusione delle speranze dell'elettorato.


«Si profila una sorta di asse tra un pacifismo anti-Annan e anti-Onu e un clericalismo anti-Concilio Vaticano II, una specie di corsa a chi accumula più meriti Oltretevere. A Roma e nel Lazio Prodi e Fassino non vogliono le nostre liste per fare un regalo al Vaticano», accusa Pannella che non ha digerito le parole di Marrazzo sulla presenza radicale «influente» ma non necessaria alla vittoria. Se il portone di piazza Santi Apostoli rischia di rimanere chiuso, si è aperto di nuovo quello di via del Plebiscito: ieri una delegazione radicale capeggiata da Pannella (fresco di assoluzione in Corte d'Appello, insieme con Rita Bernardini e altri quattro militanti, dall'accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti per un'azione di disobbedienza civile del '97 che in primo grado gli era costata una condanna a tre mesi commutata in pena pecuniaria) ha incontrato Berlusconi insieme ai vicecoordinatori di Forza Italia Fabrizio Cicchitto e Gianfranco Micciché. «Sono state due ore di lavoro serio, stiamo faticosamente ultimando un giro di orizzonte che la Casa delle Libertà ha ritenuto utile, soprattutto grazie al premier», spiega Pannella. E al premier rende merito pure Capezzone: «Occorre dargli atto di avere scelto di aprire e proseguire un dialogo con noi, anche a costo di difficoltà politiche nel suo schieramento». Le due delegazioni torneranno a incontrarsi nelle prossime ore e, «seppure dovessimo chiudere, lo faremmo in maniera chiara e sarebbe un arrivederci, non un addio», dice Pannella. Le previsioni restano prudenti ma l'esito della trattativa appare ormai positivo e prossimo: i radicali hanno spiegato di non essere interessati ad accordi di programma ma nemmeno ad intese «a macchia di leopardo» o limitate a Forza Italia. «La questione non è stata posta e noi abbiamo detto chiaramente che vogliamo dare agli italiani la possibilità di votare per liste radicali», ribadisce Pannella. Liste che saranno intitolate a Luca Coscioni «per la libertà e l'etica della ricerca», dettaglio che rinforza la contrarietà dell'Udc: «Vogliono presentarsi alle elezioni per propagandare i loro quesiti contro una legge per noi di fondamentale importanza», osserva Carlo Giovanardi.


E dei referendum si è infatti parlato durante l'incontro con Berlusconi: i radicali hanno ribadito la necessità di fissare la consultazione a maggio perché anche la scelta del 5 giugno, spiega Capezzone, «sarebbe un atto di sabotaggio, visto che arriva dopo un mega-ponte». Stessa osservazione avanzata dai radicali poche ore prima, insieme al rischio di brogli alle Regionali, al ministro dell'Interno Pisanu, che al termine dell'incontro ha garantito «massima attenzione e ogni opportuna iniziativa».





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