Il segretario dei Radicali Italiani fa il punto sulla trattativa con l'Unione: Il Professore riconosca l'importanza delle nostre battaglie
Daniele Capezzone, c'è aria di accordo tra i Radicali e l'Unione?
“Ho grande fiducia nell'avvio del dialogo con Fassino e ho l'impressione che i Ds si muovano nella direzione giusta. Ora la palla è a Prodi. Faccia tesoro della disponibilità radicale, dell'entusiasmo della base Ds, e ora anche della determinazione dei vertici della Quercia. Spetta a Prodi il compito di convocarci intorno a un tavolo prospettando gli scenari”.
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le trattative con il centrodestra sono chiuse?
“Grazie alla disponibilità di Fassino, che ho incontrato, e ai contatti di D'Alema con Emma Bonino, è stata superata la posizione dei Ds che dicevano: non parliamo con voi finché parlate con l'altra parte. La nostra iniziativa ha aperto contraddizioni nella CdL, l'ha sfaldata mostrando l'esistenza di un grumo “anti-berlusconiano” dalla Lega a Buttiglione”.
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Significa che sono ancora possibili sorprese?
“Ci riteniamo liberi, come abbiamo detto chiaramente, di tentare fino all'ultimo l'intesa con l'uno e l'altro fronte”.
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Seduti al tavolo con Prodi, cosa gli chiedereste?
“Una simulazione di come ospiterebbe il viandante radicale. Se poi lo guardasse bene, scoprirebbe che non è lacero e scalzo ma porta doni elettorali. Ha un valore aggiunto. Perciò vogliamo accordarci su tutto il territorio dove correranno Liste Radicali - Luca Coscioni connotate sulla ricerca”.
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Il Professore ha già avuto un lungo colloquio con Pannella al Palalottomatica. I contenuti di un'eventuale intesa sono stati affrontati?
“Non facciamo finta di "impapocchiare" accordi programmatici in pochi giorni. Fassino al congresso ha parlato di "camminare insieme". Prodi dica: su molti temi non siamo d'accordo con voi ma è importante che le vostre battaglie siano combattute, anche con il sostegno dell'Unione”.
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Resta il nodo referendum sulla fecondazione, temporalmente vicino alle Regionali.
“Abbiamo apprezzato l'annuncio di Prodi che comunque andrà a votare. E’ un dato importante. La partita è tra chi va alle urne liberamente e consapevolmente e chi vuole invece giocare la carta del silenzio”.