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C'e' un lodo Calderoli-Ruini per colpire noi e i referendum"
Emma Bonino: "Lotteremo fino all'ultimo perché Berlusconi non fissi il voto sulla fecondazione assistita in giugno"

• da La Repubblica del 19 febbraio 2005, pag. 25

di Barbara Jerkov

"Me le fa dire subito due cose che ho sullo stomaco da un pezzo?", sorride Emma Bonino. Naturalmente in un'intervista è buona norma cominciare dalle domane. E in questo momento di cose da chiedere ai Radicali ce ne sono. La singolare richiesta di ospitalità rivolta indifferentemente a entrambi i poli in vista delle elezioni regionali. Le trattative con Berlusconi, e il difficile rapporto con il centrosinistra, e il tema dei referendum che incombe su tutto il resto... Impossibile.
"Possiamo partire da qui?", insiste infatti l'ex commissario europeo.

I referendum?
"La prima cosa che volevo dire è proprio che, con Marco e gli altri, lotterò fino all'ultimo perché il "famigerato" Berlusconi non si comporti, sui referendum, come fecero i "buoni", Prodi e Napolitano, che nel '97 li piazzarono il 15 giugno. Certo, con D'Alema e Bianco nel 2000 si votò il 13 maggio; allora fu Berlusconi a invitare tutti ad andare al mare contro i "referendum comunisti"...".

Torniamo all'oggi, vuole?
"Queste cose è bene ricordarle proprio per poter dialogare, nella verità dei comportamenti di ciascuno".

Non è che sta mettendo le mani avanti - tanto sono tutti antireferendari - per preparare il terreno all'annuncio che i Radicali alla fine correranno da soli?
"E' per dire che se alla fine un accordo con noi non si farà né con l'una né con l'altra parte, non sarà per nostra responsabilità: stavolta, contro di noi, non si potranno usare né alibi né pretesti. Semmai, prende forza uno strano lodo antiradicale".

Un lodo?
"E' nato come "lodo Calderoli": quando quel garbato signore ha avuto l'ingenuità di confessare che ci vorrebbe un bel gentlemen's agreement tra Unione e Cdl per farci fuori definitivamente. Ecco, per la verità io non vedo i gentlemen, ma vedo l'agreement. E ora pare addirittura che stiamo passando dal "lodo Calderoli" al "lodo Calderoli-Ruini", con porporati di ogni tipo a impedire qualunque intesa, dell'uno o dell'altro, con noi".

Questo più che un sospetto suona come un teorema. Il solito vittimismo radicale?
"Il vittimismo non c'entra niente. Voglio dirle che, invece offriremmo al paese, ai laici come ai credenti, di poter, o meno, scegliere delle liste Radicali-Luca Coscioni. Luca non è solo il nostro presidente. E' il testimone di un'altra politica e, ancor più, di un'altra vita possibile. Ma le pare che l'Italia debba restare inchiodata a risse, a polemiche, a battibecchi da cortile? Fino a tre settimane fa avevamo da una parte il dibattito sul "lancio del treppiede" e dall'altra l'invettiva "Io sono Cristo e voi l'Anticristo"".

E' quel che passa il nostro presidente del Consiglio.
"Lasciamo perdere... Contro tutto questo noi stiamo alzando il livello del discorso pubblico, aiutando il paese a meglio conoscere se stesso, discutendo della vita, della morte, della malattia, con un criterio fondamentale: c'è un perimetro personalissimo che deve rimanere tale, e su cui crediamo che debba scegliere l'individuo, ciascuno di noi, e non lo Stato, magari confondendo "peccato" e "reato", precetto religioso e norma giuridica".

E' per questo che i Radicali hanno annunciato che in ogni caso rifiuteranno accordi a macchia di leopardo: liste "Radicali-Luca Coscioni" in tutte e 14 le regioni in cui si vota, oppure niente?
"Per questo vogliamo "Liste-Manifesto", con medici e malati, scienziati, ricercatori, ma anche, e in particolare, uomini e donne di fede. C'è un cattolicesimo, quello del Concilio Vaticano II, che è silenziato e ferocemente marginalizzato dalle nuove tendenze temporaliste, e per tanti versi anche fondamentaliste. Un intellettuale e un maestro come Pietro Prini ha scritto di uno "scisma sommerso". Ma lo sa che, secondo tutti i sondaggi, il 70% dei cattolici italiani vuole votare come noi, e noi come loro, ai prossimi referendum? Tutto questo merita di avere voce, di venire alla luce, e vogliamo provarci. Sono grata a Repubblica per questa occasione: e spero che ci giungano anche tante disponibilità a sostenerci".

Sta lanciando l'ennesima "Opa" sui radicali? Aspiranti candidati fatevi sotto?
"Nel 1993, in due o tre notti, più di 30 mila italiani decisero di prendere la tessera del Partito radicale transnazionale, ciascuno con minimo 365 mila lire. Stavolta, se cominceremo a raccogliere le firme da mercoledì 23 o giovedì 24 per presentarci ospitati dagli uni o dagli altri, servirebbero 15-20 mila firme al giorno, e parlo di firme vere, non di roba fasulla. Chi ci darà una mano? E' un appello, certo, ma anche un'occasione che si sta perdendo".

Vedo che però anche lei sta bene attenta a non sciogliere l'enigma. E invece la domanda a questo punto è proprio questa: dove vi collocherete?
"Ripeto: è chiaro a tutti, non dipende da noi. Io so che dove sarà la nostra lista, lì ci sarà senz'altro un elemento di ricchezza e di crescita, per quella coalizione, certo, ma, ne sono convinta, per l'intera politica italiana. Perché il problema che poniamo - la libertà e l'etica della ricerca, della ricerca scientifica, della ricerca di coscienza, della ricerca religiosa anche - può divenire, in positivo, un momento centrale e costitutivo di un dibattito politico meno asfittico, più fecondo".

Ma qual è il senso politico di offrirsi agli uni e agli altri contemporaneamente?
"Tutta questa nostra iniziativa nasce dalla consapevolezza dell'illegalità profonda in cui la vita istituzionale e civile del paese è immersa. Oggi i diritti democratici sanciti dalla Costituzione non sono più esercitabili se non come privilegio di chi sia nel recinto dei due Poli. Per questo, ci siamo mossi così. Per consentire alla gente di potere votare, o meno, le nostre liste con un voto politico, e non solo di mera testimonianza morale".

Sa quel che si dice di voi, vero? Che i Radicali sono dei geniali comunicatori: inventano un fenomeno, una campagna mediatica, tanto per farsi pubblicità. E invece non hanno mai avuto intenzione di schierarsi con nessuno.
"Si venga a vedere questo nostro bluff allora. Ci si dia atto, proprio per il dibattito politico di cui dicevo, che già con questo mese di iniziativa abbiamo funzionato da cartina tornasole, facendo venire alla luce tante contraddizioni, e non ancora tutte. Subito è venuto allo scoperto un non inedito singolare, vasto e trasversale fronte del no ai radicali".

Il lodo di cui sopra.
"Appunto. E poi, anche dentro la Cdl, assistiamo a un coagularsi di umori e poteri che corrisponde all'atmosfera del '94-'95. In fondo contro di noi e ancor più contro Berlusconi, contro una evoluzione possibile della sua politica, si sono scatenati i ribaltonisti di allora, cioè Lega e Buttiglione. Con gli eloquenti silenzi di Tremonti, che rilascia interviste da no global, contro il "mercatismo mondialista" che affascinerebbe la sinistra".

A proposito di sinistra. Con quel fronte che succede?
"A sinistra è finalmente iniziato un dialogo dopo tanti diktat un po' arroganti, se devo dire davvero come la penso. Ora, però urge una proposta chiara, comprensibile. Noi abbiamo detto cosa vorremmo fare. Sta a loro, e in primo luogo a Romano Prodi, presentarci uno scenario su questa ospitalità se fosse infine accettata".

E' vero che Emma Bonino è più favorevole di Pannella a un accordo con il centrosinistra?
"Ma per favore! Lo ripeto: sono, siamo pronti. Spero che i tardivi segnali positivi non siano solo un modo per prendere e perdere tempo. Ci sono cifre che parlano chiaro come poche altre cose. Le presenze negli ultimi cinque anni a Porta a porta, ad esempio. Se sommiamo le presenze di noi Radicali, arriviamo appena a 26, cioè poco più di un terzo di quelle, 76, del solo Bertinotti, e neanche la metà di quelle di Mastella, 55".

Morale: poveri Radicali, sistematicamente oscurati. E' questo il punto?
"Il punto è che ha ragione Pannella. L'urgenza di questo vecchio sistema di potere, così prepotente ma anche così fradicio, è quella di scegliere innanzitutto i suoi antagonisti. Ecco, le Liste Radicali-Luca Coscioni possono essere un buon antidoto a tutto questo. Anche perché c'è ancora qualcosa che mi preoccupa davvero. Neanche Bossi, secondo me, si rende conto di cosa la sua Lega rischia di incubare. Sento, nei loro comizi, parole terribili, e le parole spesso anticipano le cose. Quando si sparge il seme dell'odio, ben presto posso no seguire lutti, violenze, episodi tragici. Marco ha recentemente parlato di "nazismi da suburra". Mi creda, il pericolo c'è tutto... E posso aggiungere un'altra cosa?".

Un altro allarme?
"No, un monito, una speranza. Tenteremo fino alla fine. Già oggi sarebbe un miracolo recuperare il tempo così ciecamente sciupato. Se non vi saranno decine di migliaia di non radicali a muoversi, come nel '93, il miracolo laico non si ripeterà. Mi creda...".



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