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Tra Unione e radicali si profila l'accordo
DOPO IL SUMMIT DI IERI FASSINO-MARINI-CAPEZZONE

Ma ci sono ancora molte resistenze. «Alla fine sarà Prodi a sciogliere il nodo». Oftimista Pannella: «Un passo avanti enorme, rivoluzionario»

• da La Stampa del 22 febbraio 2005, pag. 9

di m.g.b.

ROMA

 

Passi avanti tra Unione e radicali su un accordo in vista delle Regionali. Ma le resistenze sono ancora forti, da un punto di vista sia politico sia tecnico. E' questo il risultato emerso dall'incontro di ieri fra Piero Fassino e Franco Marini da una parte, dall'altra la delegazione radicale guidata dal segretario Daniele Capezzone. Oggi i due «esploratori» dell'Unione riferiranno a Romano Prodi, e insieme prenderanno una decisione. L'assenza di Francesco Rutelli, in missione nel Darfour, non dovrebbe essere influente. «Alla fine sarà Prodi a sciogliere il nodo», fa sapere un esponente della Margherita assai vicino al presidente.

 

L'incontro di ieri mattina viene valutato positivamente da entrambe le parti. Marco Pannella sembra addirittura entusiasta. «Un passo avanti enorme, rivoluzionario», lo definisce. A suo dire «la Cdl è scomparsa, Berlusconi non lo sentiamo da venerdì sera, deve essersi arreso a Lega e Udc. L'Unione invece per la prima volta ha accettato un dialogo vero. Se la decisione delle prossime ore sarà positiva, dovremo iniziare un discorso operativo comune». Ben più cauto Fassino: «Il clima è buono e da parte del centrosinistra c'è un interesse ad arrivare a un'intesa. Il vertice di domani valuterà se ci sono le possibilità» dice, uscendo dalla sede radicale di via Torre Argentina. Ancora più prudente Marini: «Se siamo qui, un interesse del centrosinistra c'è ... Abbiamo approfondito bene le questioni sulle quali dobbiamo ragionare. Domani (oggi, ndr) con Prodi arriveremo alla decisione definitiva». L'ottimismo, sia pure assai moderato, nasce dopo aver soppesato i punti che i radicali considerano le «condizioni» dell'accordo. E che sono di diverso genere. Primo, serve il via libera dei 14 governatori, ma sarebbe in fondo la conseguenza di un'eventuale intesa politica. Secondo, la raccolta delle firme per i candidati, per la quale i radicali chiedono l’aiuto della coalizione "ospitante", visto l'ormai scarsissimo tempo a disposizione. Una collaborazione che non verrebbe negata. Già più complesso il terzo punto, una campagna di comunicazione comune, «un'atmosfera di mobilitazione e entusiasmo, con appuntamenti pubblici insieme», vorrebbero i radicali. Idee che, in assenza di programmi concordati e, in più, nell'imminenza del referendum sulla procreazione, mettono qualche brivido al cattolici del centrosinistra.

 

Ancora più problematici sono gli ultimi due punti. Il finanziamento della campagna elettorale, vale a dire di quella «comunicazione diretta agli elettori», soprattutto nella forma di mailing postali, che non è mai mancata nelle prove elettorali dei radicali e che «la coalizione dovrebbe assicurare». Soldi dunque, argomento spinoso per una Unione che non può certo disporre delle risorse della Cdl. Il vero nodo però riguarda i posti nei listini. Pannella e amici formerebbero infatti liste Radicali-Luca Coscioni collegate ai 14 presidenti dell'Unione. Ed Emma Bonino si presenterebbe capolista in Piemonte e in Lazio, due regioni chiave dove il nome dell'ex commissario europeo potrebbe effettivamente catalizzare un certo numero di voti (solo in Piemonte il 4%, si dice), aumentando le chances di vittoria per il centrosinistra. In cambio del voto, tuttavia, i radicali pretendono un certo numero di posti nei listini dell'alleanza. Listini che sono da tempo chiusi, frutto di una delicata alchimia interna costata non pochi sforzi.

 

Come fare per riaprirli? E chi si sacrificherebbe, ritirando i propri candidati per far posto ai radicali? Clemente Mastella, che ha fiutato l'inghippo, mette le mani avanti. «Io sono e resto contrario», premette. Per aggiungere che «se c'è un problema di listini, deva essere chiaro che chi fa l'accordo si accolla anche questo nodo, senza mettere di mezzo noi partiti piccoli. Nello steso modo in cui Berlusconi ha fatto capire che i radicali se li prenderebbe in carico Forza Italia». Insomma, ci pensino Ds e Margherita, se proprio è il caso. Se ne vale la pena politicamente, considerando l'ostilità di tanti cattolici del centrosinistra che comincia a venire pesantemente allo scoperto tra i Dl. Sono queste le valutazioni che il vertice di oggi, e per primo Prodi, dovrà fare. Sempre che oggi venga presa la decisione definitiva.

 

 



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