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Coscioni, quel corpo malato che è diventato un simbolo
Costretto in carrozzella dalla sclerosi: le liste con il suo nome ostacolo all'intesa con il centrosinistra.

• da La Repubblica del 24 febbraio 2005, pag. 11

SI SONO infilati davvero in un brutto inpiccio, quelli della Margherita. O ce li hanno lasciati cadere proprio i radicali, da sempre eccellenti inventori di trappoloni ad alto impatto mediatico.
Perchè di tutti gli argomenti da sollevare nell'estenuante negoziato con Pannella, di tutti i possibili veti da porre alla Bonino, a Capezzone o a qualsiasi altro mandatario di via di Torre Argentina, quello su Luca Coscioni nome, simbolo, persona e figura politica ecco, era certo il più inopportuno. E la riprova, sia pure all'incontrario, sta nell'immediatezza con cui da Strasburgo, in viva voce e contenuto sdegno, lo storico leader del Pr ha spiattellato tutta la faccenda ai giornalisti, e poi subito è arrivato l'appello pro Coscioni degli scienziati, e a quel punto era il patatrac. Insomma, un pezzo di centrosinistra non vuole Luca Coscioni, quel ragazzo in carrozzella che è costretto a parlare con un sintetizzatore elettronico e si batte per la libertà di ricerca scientifica: e già questo rifiuto appare un modo davvero poco simpatico per farsi dire di no. E' anche e forse e soprattutto una questione di tecnica politica. Senza rendersene conto, almeno così è sembrato, tratta oggi e tratta domani, i maggiorenti della Margherita sono andati a sfruculiare i radicali e alla fine li hanno sfìdati proprio la dove questi sono da sempre imbattibili: nell'agganciare un tema specifico, possibilmente grave e abbandonato da tutti, a una persona che è anche una bandiera, non solo referendaria, un emblema vivente, un corpo.


Nella cultura politica radicale, così povera di mezzi, ma così ricca di inventiva, il corpo e assolutamente tutto. Il corpo come straordinaria risorsa narrativa ed emotiva, tanto più nell'era dell'immagine. Il corpo come arma definitiva. Gli esempi di procurato turbamento non mancano certo. Il corpo nudo o denudato, dagli strip tease di Cicciolina alla drammatica performance di otto dirigenti e militanti al teatro Flaiano, 1990,con Pannella dietro le quinte che ci dava dentro: Questa è la nuda verità, la nostra denudata politica, la nostra nuda lotta. Oppure il corpo affamato, assetato, dimagrito: e qui la memoria va ai tanti bollettini medici, alle innumerevoli immagini televisive, occhi sbarrati e lingua pesante, oltre ai terribili particolari fisiologici che sistematicamente emergono durante i digiuni. O il corpo recluso, prigioniero in qualche carcere, tanto più remoto e invisibile dietro quelle mura, quanto più degno di essere liberato: Enzo Tortora, Toni Negri, Adriano Sofri.


E dunque, tornando al presente: Luca Coscioni, cioè la persona o il nome attorno a cui s'è incagliata l'interminabile trattativa con il centrosinistra, rappresenta il corpo ammalato. Però Luca è anche di più, e il segno di una volontà, di una lotta, di una speranza, di una possibile guarigione. E lo è fino al punto che i pannelliani lo hanno nominato loro presidente (come già nominarono Tortora) e presentato capolista alle elezioni del 2001. E quel referendum che più o meno pretestuosamente ha determinato lo stop con la Margherita c'entrerà pure, ma l'iniziativa per la liberta della ricerca scientifica va avanti da molto tempo prima che venisse approvata quella legge che oggi si vorrebbe abrogare. Ora. Come quasi tutte le battaglie radicali, anche questa combattuta da Coscioni e in nome di Coscioni sa di provocazione, di utilizzo improprio e in qualche modo anche di ricatto. Magari un osservatore benevolo vi può anche riconoscere i tratti di quella scandalosa ragionevolezza che PierPaolo Pisolini raccomandò a un congresso del Pr pochi giorni prima di morire. Ma la politica e la politica e i radicali, si sa, ci marciano. E' nel loro diritto; così come e nel diritto della Margherita di segnalarsi ai vescovi o di preoccuparsi dei listini invece che delle cellule sta minali, della donazione terapeutica o di altri temi che sconquassano la coscienza del paese.


Ma certo converrà prestare attenzione a Coscioni quando scrive, sul suo blog (www.lucacoscioni.it/blog) molti politici e potenti io sono uno scandalo, sono strumentalizzate. Perchè non provano anche loro a strumentalizzare altri, milioni di altri malati, come sono io?. La sua e una storia triste, però anche eroica, e certo istruttiva. Fino al 1999 Luca era un promettente studioso di economia, lavorava all'università, correva anche la maratona di New York. A 33 anni gli scoprirono una sclerosi laterale amiotrofica, era la condanna all'immobilità pressochè completa. Come se fossi morto. Il Deserto è entrato dentro di me, il mio cuore s’è fatto sabbia e credevo che il mio viaggio fosse finito. Poteva lasciarsi andare. Invece rifiuto di farsi caso umano e clinico per divenire militante politico. Più che una discesa, ha detto una volta Emma Bonino, quella di Luca Coscioni fu una salita in campo. Oggi è una persona immobile, una voce metallica e gutturale: molto più di un pretesto per mandare a monte un possibile accordo.


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