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Pera difende i vescovi: "Astensione legittima". Capezzone: fai comizi
Il presidente del Senato: esprimersi è dovere della Cei
Follini e la data dei referendum: maggio rischia di essere ipotecato

• da Corriere della Sera del 20 marzo 2005, pag. 9

di R. Zuc.

ROMA — La conferenza episcopale? Ha tutto il diritto di dire come la pensa. Ne è convinto Marcello Pera. Tanto che ieri, durante un convegno su "liberalismo e religione", ha difeso con forza il diritto della Chiesa di invitare ad astenersi sui referendum che riguardano la fecondazione assistita: "Non riesco a comprendere perché si voglia proibire ai vescovi di prendere una posizione: su un tema così scottante e delicato come quello dell'identità, in questo caso addirittura biologica, avendo un loro parere hanno anche il dovere di affermarlo".

"UN DIRITTO COSTITUZIONALE" — Secondo il presidente del Senato "questa forma di proibizione verso la conferenza episcopale che prende posizione sul tema della bioetica" si giustifica "con un laicismo di Stato". Per questo ha auspicato che sull'argomento "si discuta" molto di più: "Ho paura che i laici evitino di parlare dei problemi della persona, dell'embrione, della fecondazione perché ritengono che sia tutto risolto". Inoltre, sottolinea Pera, "l'astensione è legittima da un punto di vista costituzionale, come dimostra anche la storia dell'istituto referendario in Italia". Si aggiungono, intanto, nuovi nomi al fronte dell'astensionismo, come quello dell'ex ministro della Difesa, il liberale Carlo Scognamiglio: "Certi temi così delicati non si possono affrontare con i referendum".

"BASTA CON I COMIZI" — A non digerire affatto le parole pronunciate dal presidente del Senato è il segretario dei radicali Daniele Capezzone. Perché si tratterebbero di affermazioni non appropriate al ruolo che ricopre: "Vedo che Pera continua a tenere comizi. Vorrei che i presidenti delle Camere la smettessero di operare come scatenati militanti politici faziosi e di parte". Il loro compito "è quello di garantire ogni opinione, anche la più isolata e lontana, non certo quello di fare gli agitprop". E ancora: "Non si può continuare a confondere embrione e persona. A meno che per Pera tutto sia da considerare persona tranne Luca Coscioni", il militante radicale gravemente malato che si batte contro le limitazioni alla ricerca scientifica. E oggi a Roma si raduna il fronte per il "sì" alla Casa delle culture di Trastevere, dove interverranno diversi esponenti del centrosinistra, da Miriam Mafai a Lanfranco Turci. Proprio quest'ultimo esponente diessino, ieri, in una lettera aperta all'Unità, aveva chiesto a Enrico Letta di "riflettere ancora un momento" rispetto alla scelta di astenersi, dichiarata nei giorni scorsi: "Faccio appello allo spirito liberale che dovrebbe unirci tutti come militanti del centrosinistra".

LA DATA DEI REFERENDUM — Il Pri ha scelto di dare indicazione per il "sì", pur lasciando ai suoi iscritti e simpatizzanti "libertà di coscienza". E il vicesegretario del nuovo Psi, Bobo Craxi, mette in guardia il governo dal fissare i referendum a giugno: "Rappresenterebbe un tentativo, neanche tanto surrettizio, di inquinare le scelte dei cittadini". Ma dalla maggioranza arriva nello stesso tempo l'avvertimento del vicepremier Marco Follini (Udc) sulla difficoltà a trovare una data utile prima di giugno: "Il Consiglio dei ministri non ha ancora scelto: immagino che deciderà la prossima settimana. Comunque il mese di maggio rischia di essere ipotecato da appuntamenti elettorali già presi da altri e sul quale il governo nulla può".



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