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Come i radicali si preparano a valorizzare il risultato. Il Foglio? "Avversario, ma non clericale"

• da Il Foglio del 22 marzo 2005, pag. 1

Roma. Non sarà un congresso come gli altri, quello che i radicali di Marco Pannella hanno deciso di tenere a giugno, subito dopo il voto referendario sulla fecondazione medicalmente assistita. La mozione generale approvata dai radicali, dopo tre giorni di riunione in comitato nazionale, dice infatti che "occorre mobilitarsi da subito per questo tentativo di tenere degli Stati generali delle forze liberali, democratiche, laiche, di alternativa, per questo appuntamento di governo della 'vittoria' o della 'sconfitta', di preparazione della nuova fase politica che comunque si aprirà". Dietro questa scelta c'è un dibattito durato più d'un fine settimana. Un dibattito in cui ogni questione affrontata, dalla ricerca di ospitalità nelle liste per le regionali alla necessità di rilanciare le iscrizioni al partito, è confluita nel più grande obiettivo di mobilitarsi e mobilitare, informare e coinvolgere l'opinione pubblica italiana e internazionale su quella che Pannella ha definito "nuova ondata fondamentalista, neotemporalista, partigiana faziosa, prepotente" eccetera delle gerarchie vaticane. Tra gli intervenuti, praticamente l'intera classe dirigente pannelliana, nessuno ha messo in dubbio i buoni risultati delle ultime iniziative, la visibilità politica e mediatica ricavata dal tentativo di collegarsi a un polo o all'altro attraverso il volto e la lista e la battaglia di Luca Coscioni.

Benedetto Della Vedova si è spinto più in là fino a chiedere più tempismo e concretezza nel negoziato che verrà, se verrà, sulle politiche del 2006. In particolare con Forza Italia, "sperando che sia ancora forza modernizzatrice e liberale", ha detto Della Vedova. Pannella gli ha data dell'estremista, "estremista della moderazione". Altri commenti, repliche e qualche rimbrotto se li è guadagnati Lorenzo Strik Lievers, la cui posizione sulle ragioni etiche della legge 40 si differenziano fortemente da quelle di Pannella e della maggioranza radicale. Ma non è nel merito della controversia sull'embrione che Strik Lievers ha calibrato il suo discorso di quaranta minuti circa. Il tema del suo ragionamento era la possibilità di trasformare uno scontro tra laici e gerarchie clericali in una lezione di liberalismo. Come?

Secondo Strik Lievers, per esempio, una lezione di liberalismo proviene dall'accordo di reciproca ospitalità tra il Foglio e Radioradicale (pagine autogestite in cambio di spazi radiofonici parimenti autogestiti). Due realtà sostenitrici di tesi opposte che si attivano perché il referendum rappresenti una possibilità di crescita, informazione e confronto. Sfuggendo, dice Strik Lievers, all'indifferenza cui verrebbe consegnato dalla visione astensionista della Conferenza episcopale italiana. Il dirigente radicale ragiona così e si lancia in una quasi provocazione: la posizione del Foglio coincide con quella cattoclericale, però chi segue il Foglio fa una battaglia umanistica sul diritto alla vita dell'embrione, sulla difesa della persona. E pur di sollevare dibattito e agitare coscienze è disposto a correre il rischio di sacrificare la legge che difende (se si raggiungesse il quorum di votanti, è probabile che vincerebbero coloro che vogliono abolirla). Un contegno, sentenzia Strik Lievers, umanista e liberale, comunque anti-clericale poiché nega "la logica del Vaticano che reclama l'astensione perché sa che la legge non rappresenta la maggioranza dei cittadini". Un orientamento, quello del Foglio, che ricorderebbe addirittura la certezza con cui Pannella s'impegnò nei referendum sul divorzio e l'aborto: "La divisione autentica non è tra favorevoli e contrari, ma tra appassionati e indifferenti". "Liberale proprio no, la visione del Foglio" ha risposto Pannella, perché liberale per lui è la difesa della libertà individuale dalle intrusioni di una legislazione clerico invasiva. Punto. Insomma Pannella, comunque prodigo di riconoscimenti amichevoli, al Foglio (e a Strik Lievers quando magnifica "i due rispettivi ma di di coniugare diversamente le medesime istanze liberali") risponde benedicendo, sì,il patto di ospitalità però senza mai smettere la corazza dei propri argomenti. Ciò che fa anche Massimo Bordin, direttore di Radioradicale, quando ricorda ai suoi colleghi: "Quella del Foglio è una bella coerenza per una battaglia non disprezzabile, con argomenti che vanno da Leo Strauss nelle punte più alte, alle parole della signora incontrata in autobus nelle punte più basse. Ben vengano dunque le trasmissioni autogestite, ma sappiate, compagni, che la risposta poi dovremo darla, dovrete darla anche voi tutti attivandovi sulle pagine del Foglio".

Bordin dice al Foglio che a lui preme dissolvere un possibile equivoco: "Sbaglia,
sempre in buona fede, chi crede che la radio diventerà un terreno di scontro, perché gli spazi del Foglio saranno autogestiti ma separati dagli altri. Ci sarà poi una parte del dibattito ancora da costruire, sarebbe bello fosse sulla Rai allora di Porta a Porta".



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