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Radicali: "I cattolici rispondano alla gerarchie"

• da Il Gazzettino del 29 marzo 2005, pag. 4

di C.G.

«È difficile credere che su queste materie debbano esprimersi  solo i leader politici. Se la Chiesa, se le istanze culturali ed etiche non possono esprimersi  su temi del genere, non saprei su cos’altro. Riguardano anche la politica, ma non solo la politica. Noi non diciamo "non votate alle elezioni". Riteniamo soltanto utile non votare in questo  referendum, come prevede la costituzione stessa»: in una intervista pubblicata il giorno di Pasqua, il Cardinale Camillo Ruini, ribadisce l'invito della Chiesa a non partecipare  al referendum  sulla procreazione  assistita, così da non far  raggiungere il quorum. E, immediata, si riaccende  la polemica.  «Non mi meraviglio  che il cardinale  Ruini cerchi di orientare la scelta dei cattolici, ma mi sembra  inaccettabile che si arrivi a promuovere l'astensione  e, così facendo, a svuotare  un istituto fondamentale  della democrazia  come il referendum», reagisce  la senatrice Cinzia Dato (Margherita) , aggiungendo  che così «non si fa un buon servizio, alla coscienza civile dei cattolici e al loro ruolo di cittadini».

A commentare con insofferenza  le parole del cardinale sono, naturalmente, soprattutto i radicali. Il segretario Capezzone  commenta: «Si poteva sperare  che almeno nel giorno più solenne del calendario cristiano il cardinal Ruini lasciasse per 24 ore i panni del capo partito e rinunciasse ai comizi. Purtroppo  non è stato così e abbiamo il quotidiano comizio anti-referendario. Più che mai è necessaria  e urgente, rispetto alle invasioni  di campo, al neo-temporalismo  delle gerarchie vaticane, una risposta dei credenti».  Interviene anche Luca Coscioni, presidente dell'Associazione che porta il suo nome e che è tra i promotori del referendum: «Parlano di libertà di coscienza, come se la nostra coscienza  avesse bisogno del loro permesso. Ma a me non interessa che si  "schierino". Mi interessa molto di più che consentano una partita  non truccata, un confronto vero, fatto di dibattiti e di informazioni. E spero anche che  Berlusconi non fissi il voto al 12 giugno, come fece Prodi nel '97, arruolando d'ufficio quei milioni di  famiglie che sono già via dal luogo di residenza. Sull'altro fronte  - aggiunge Coscioni - - la maggioranza  della Margherita, con Prodi in testa, si è fatta interprete delle gerarchie ecclesiastiche ed è prevalsa sulle posizioni favorevoli  ad un'intesa elettorale. Sono però sicuro che i loro elettori vorrebbero  in maggioranza  ribellarsi  a questa scelta, proprio come i cattolici in maggioranza  devono subire politiche vaticane che non condividono e non vivono». Replica secco l'Udc Volontè: «Solo Capezzone e i radicali trovano il tempo, nel giorno di Pasqua, per dimostrare con i propri attacchi la propria intolleranza. Attacchi miserevoli dei  quali si dovrebbe vergognare chiunque abbia a cuore il rispetto  delle opinioni altrui, l'averlo fatto in un giorno come questo dimostra il totale disprezzo  nei confronti dell'intero popolo italiano". 



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