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La sinistra si consola con la «pace». Referendari in allarme
Tutti ricordano le posizioni sulla guerra per non ricordare altro

• da Il Riformista del 20 aprile 2005, pag. 3

Le reazioni del centrosinistra all'elezione di papa Ratzinger si dividono in due tipi: quelle che si possono dire e quelle che non si possono dire. Per quanto riguarda quelle che si possono dire e che vengono effettivamente dette, la parola d'ordine è una sola: «Pace». In entrambi i sensi. Sia nel sottolineare la lotta per la pace del predecessore sia nell'evitare in ogni modo di apparire come i nemici dell'attuale pontefice. Parola d'ordine cui si attengono scrupolosamente tutti, dai segretari di partito agli amministratori locali. Così Piero Fassino: «Siamo certi che il nuovo papa darà continuità al dialogo interreligioso e agli ideali di giustizia e pace che hanno ispirato il pontificato di Giovanni Paolo II». Così Francesco Rutelli: «La scelta del nome di Benedetto XVI da parte di Ioseph Ratzinger si collega a un papa che curò le ferite della guerra, "inutile strage", e fece scelte di grande, storico valore».

Quanto alle reazioni che non si possono dire, si possono facilmente desumere dalle parole di Lanfranco Turci, diessino e tesoriere del comitato referendario: «Mi auguro che questa nomina non rafforzi le tentazioni integraliste già così forti al vertice della conferenza episcopale italiana». Ma a proposito di referendum, nel centrosinistra si è già presentato un nuovo problema. A via Nazionale hanno infatti accolto con non celato "fastidio" le dichiarazioni del radicale Marco Cappato, battute a tempo di record dalle agenzie alle ore 18.59, a diciassette minuti esatti dal primo flash sull'identità del nuovo papa. «Con Ratzinger - ha detto il segretario dell'associazione

Luca Coscioni - il Conclave ha scelto il più esposto portabandiera di una politica reazionaria e antiliberale. Ci auguriamo che il 12 e 13 giugno il popolo italiano vorrà salutarlo con la più sonora delle batoste sul referendum per la libertà di ricerca scientifica e la fecondazione assistita».

E' esattamente quello che il centrosinistra non voleva sentirsi dire. Nell'Unione infatti, pur tra le molte divergenze nel merito, su questo sono tutti d'accordo: su una linea simile non si farebbe altro che spingere i cattolici nel fronte del no o peggio in quello dell'astensione, già così forte al "vertice" della Conferenza episcopale. «Questo non è il referendum contro Ratzinger, tantomeno contro la chiesa - scandisce Turci - il referendum punta soltanto ad affermare una normativa più civile e più giusta, più sensibile alle esigenze delle donne e del progresso scientifico».

Infine, ci sarebbe la reazione che non si può dire nè accennare né sussurrare, ma che pure è ben presente alla mente di ognuno. Il giorno in cui l'Unione aveva appena chiesto le elezioni anticipate, l'elezione del papa forse non era proprio quello che ci voleva. Ma non era forse proprio uno degli articoli più critici verso la recente condotta di Berlusconi, apparso sul Corriere della sera a firma di Angelo Panebianco, che ne condannava la strategia perché fondata esclusivamente sull'attesa di un «miracolo»? Almeno per quanto riguarda il problema delle prime pagine dei giornali e delle aperture dei telegiornali, oggi il miracolo c'è stato.



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