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Fecondazione, si divide Alleanza nazionale
Bocchino annuncia il voto per il sì. Alemanno: l'astensione mia decisione personale. Il responsabile organizzativo ricorda al ministro che il partito lascerà libertà di coscienza.

• da La Stampa del 9 maggio 2005, pag. 5

di m. g. b.

An si divide sul referendum sulla procreazione assistita. Gianni Alemanno, nel giorno dello scioglimento della corrente Destra Sociale, aveva sostenuto che il partito «deve fare una campagna attiva pur prumuovure l’astensione» e annunciato non solo un grande convegno di An sulle questioni referendarie, ma addirittura dei comitati antireferendari chiamati «Militanti per la vita». Italo Bocchino, responsabile organizzazione del partito, ieri gli ha ricordato che An ha deciso di lasciare libertà di coscienza, aggiungendo che, personalmente, andrà a votare e voterà sì, perchè la legge ha bisogno di essere modificata. La stessa posizione che l'altra notte Daniela Santanchè esponeva in una tribuna di Mediaset. 

Così il ministro delle Politiche agricole ha poi precisato che quella di impegnarsi nell'«astensionismo attivo» era solo una una sua «personale decisione» e che i comitati (che si riuniranno in una manifestazione nazionale il 27 maggio) saranno promossi dalla rivista Area, vicina all'ormai sciolta corrente di cui il ministro faceva parte con Storace. Anche su questo punto divisa dalla Destra protagonista di La Russa (e Bocchino, e Santanchè), per il momento ancora in vita. 

A un mese dalla consultazione popolare, la campagna referendaria comincia lentamente a entrare nel vivo, e partiti e uomini politici prendono posizione. O rinviano ancora, come il premier Berlusconi, che ha detto di non aver ancora deciso se andrà o no a votare (mentre Prodi da un pezzo ha annunciato che vi andrà). Forza Italia e Margherita, divise al loro interno, hanno optato per la liberta di coscienza. La Lega ha appena scelto di aggiungersi al drappello trasversale di partiti astensionisti (Udc e Udeur) e si è appena pronunciata per l'astensione, conquistandosi un impensabile complimento da parte del centrista Luca Volontè («Un punto di partenza importante per rilanciare la Cdl»).  

A battersi per il voto - per i quattro sì - resta l'intero arco di sinistra, dai riformisti a Rifondazione, oltre ai radicali, sempre più irritati verso la scarsa informazione che stanno dando le tv, Rai e Madiaset, confinando le scarse tribune referendarie in orari che il segretario Daniele Capezzone definisce «assurdi», le 7 di mattina o mezzanotte, ed evitando accuratamente di discutere dei temi referendari nei programmi informativi di grande ascolto. 

Per sfondare il muro di silenzio c'e chi, come il Diario di Enrico Deaglio, è uscito con una provocatoria Madonna in copertina, che dice sì alla fecondazione eterologa, suscitando un mare di polemiche. Mentre i giovani di Rifondazione hanno deciso di andare direttamente nelle piazze e hanno scelto la giornata di ieri, Festa della mamma, per promuovere appuntamenti in 15 città e spiegare alle donne, ma non solo a loro, perché il silenzio è colpevole «Lede il diritto all'informazione, boicotta la partecipazione al dibattito democratico su temi centrali come la laicità dello Stato, la responsabilità della persona nelle scelte riproduttive, la tutela della salute, il progresso della ricerca scientifica per la cura di malattie gravi e diffuse». Il Riformista invece è oggi in edicola con un supplemento di quattro pagine, con interventi tratti dalla Sessione costitutiva del Congresso mondiale per la Libertà di ricerca scientifica e dal congresso dell'Associazione Luca Coscioni che si è svolto a Milano lo scorso gennaio. 


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