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Pannella: è un referendum contro il fondamentalismo
Il leader radicale attacca l'astensionismo. «Bisogna fermare i fondamentalisti che vogliono difendere il proprio potere all'interno della Chiesa». «Abbiamo però fiducia nel popolo italiano». «La prima responsabilità è della legge Cdl, ma l'Unione è ambigua».

• da La Stampa del 10 maggio 2005, pag. 11

di Maria Grazia Bruzzone

Voi radicali avete paragonato questo referendum a quelli storici sul divorzio e l’aborto, che spaccarono in due il paese. E ancora convinto di questo?

«Più che mai. E per due ragioni principali: primo, perché questa volta non si tratta più solamente di una battaglia italiana di rivincita dei perdenti di allora, ma di un drammatico scon tro, ormai in atto in tutto il mondo, a cominciare dalla stessa Onu. Il referendum del 12 giugno è oggi la prima linea di uno scontro che è in pieno svolgimento in America come in tutta l'Europa, che coinvolge pienamente l'Estremo Oriente, il Medio Oriente, l'America latina»

Secondo?

«Perché accade che il potere di tutte le grandi religioni sconvolga e sia sconvolto al proprio interno dai potenti colpi di coda dei fondamentalisti e dei fanatici. Fondamentalisti che anche nel e dal mondo italiano "cattolico", difendono in tal modo, alla disperata, il proprio potere e prepotere nella e sulla Chiesa, sul mondo della fede e dei fedeli».

Ma proprio in un'era di fondamentalismi, la Chiesa cattolica non può che difendere i suoi principi eticiedifede. O no?

«Il gruppo di potere che guida oggi con poteri assoluti lo Stato Città del Vaticano, dopo essersi impossessato della Chiesa, ha scatenato un'offensiva per impossessarsi degli Stati, a cominciare dal nostro. Operazione che potrebbe dirsi conclusa in Italia il 13 giugno, se riuscisse l'impresa di sommare alla "forza" dei vacanzieri, dei renitenti, degli indifferenti, degli astenuti da qualsiasi impegno politico, democratico, morale, etico, sociale, quella di credenti e cittadini ridotti a sudditi del potere temporale mondano, simoniaco e della partitocrazia di destra e di sinistra italiana, i cui vertici sono anch’essi consapevoli di un immenso distacco dalle loro stesse basi politiche ed elettorali»

Usa parole estreme.

«Non giudichiamo nulla e nessuno. Lottiamo contro un assalto da parte di chi, avendo recuperato in Italia le affluenze antropologiche fascista, comunista, clericale ne fa oggi un'alluvione antiliberale, antitolleranza, anti "relativista" (pro ”assolutismo”), antiscientista, antidonne, e bla bla bla. Facciamo fiducia alla possibilità per il popolo italiano, a cominciare da quello di sinistra e di destra liberale, di tornare a trascinare i propri vertici nelle battaglie che sono sempre stati restii a combattere».

I Ds però, dopo un'iniziale diffidenza, hanno raccolto le firme e non si nascondono più. Continua invece il buio fitto su cosa pensino i leader dei due Poli, Berlusconi e Prodi. Oltre che del leader della Margherita Rutelli.

«A dirla tutta, il governo Berlusconi, con i vertici dei partiti della Casa della Libertà sempre più Vigilata, si è assunto lealmente e dissennatamente le sue responsabilità, imponendo la legge 40. Nell'aiuto meno esplicito della Margherita e nella silenziosa "tolleranza" prodiana, sempre democristiana ma mai degasperiana, cattolico liberale, alternativa al potere vaticano come, nei fatti, sono state le libere scelte politiche e morali dell'immensa maggioranza del popoìo dei credenti, in Italia e nel mondo, da oltre due secoli, a me sembra che risiedano i più pericolosi problemi da affrontare e risolvere se non si vuole essere travolti».

Il fronte astensionista si è arricchito ultimamente dell'apporto di un pezzo di An e della Lega, partito tradizionalista ma non certo vicino al Vaticano.

«Ritengo preferibile la iattanza leghista da suburra reazionaria, sanfedista alla maniera dei seguaci del cardinale Ruffo, o quella da esercito di zuavi pontifici che torna a farsi strada con Alemanno e altri in An, al collotortismo menzognero che, nell'Unione, rischia fortemente di paralizzare o neutralizzare il riflesso laico e civile dei Ds e della componente comunista dell'Unione, di ingannare e disorientare l'immensa maggioranza degli elettori laici, margheriti compresi».

Fassino, nell'intervista a "La Stampa", critica come non limpida né trasparente la scelta astensionista della Cei. E lei?

«Penso che la trovata di tentare di vincere non già con-vincendo, ma accorrendo a rafforzare numericamente coloro che rifiutano qualsiasi esercizio di responsabilità e di libertà politica, morale, democratica, sociale, istituzionale - e di farlo in nome proprio della difesa dell'etica, della vita, della donna, di domineddio - sia scelta miseranda, vilmente simoniaca».

La salute della donna, l'autodeterminazione in materia di procreazione, la scienza amica che può aiutare a vincere molte malattie: qual è, in questo contesto, il messaggio forte per convincere gli italiani a non disertare le urne?

«Siamo chiari, espliciti. Il nostro Paese si trova ad affrontare una probabile sconfitta fondata sull’inganno e sullo strapotere di regime clerico-partitocratico in Italia. Occorre essere determinati nel giocare il possibile contro questo probabile. Siamo costretti in una realtà per molti versi antidemocratica, con uso e abuso di strapotere politico e propagandistico partitocratico e vaticano. Sono sempre quelli della proibizione della regolamentazione del divorzio che hanno scatenato ora un poderoso tentativo di rivincita. Sta al popolo cui riuscì allora d'essere sovrano, con i Loris Fortuna, gli Umberto Terracii, il Movimento radicale dei diritti umani e civili, il mondo organizzato delle donne laiche, libertarie, democratiche, tornare in queste ore alla lotta».

Il suo sembra quasi un messaggio di sfiducia.

«Occorre sin d'ora prepararsi al "dopo". Quelli che saranno i risultati, di vittoria o di sconfitta, alcuni ricercatori, scienziati, vicino all'Associazione Luca Coscioni, coordinati con il movimento radicale, hanno già proposto l'autoconvocazione peril 17, 18 e 19 giugno di una grande Assemblea Nazionale per comprendere come governare la vittoria o come rilanciare la lotta in caso di sconfitta. Subito. Occorre per questa autoconvocazione che vi siano almeno mille promotori che dichiarino di sostenere e di partecipare a questa iniziativa. Sui siti radicali vi sono tutte le informazioni necessarie. Perché la vittoria civile continui».



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