Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 19 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Referendum, reverendum, miserabilia...

• da Il Foglio del 14 maggio 2005, pag. 12

di Marco Pannella

Caro Giuliano,
per colpa mia o dei “radicali”, naturalmente, hai dichiarato, dal Tg1 e da Radio Radicale, che oggi: “…sarebbe molto forte per me la tentazione di passare dal no al fronte dell’astensione”. E ancora: “Mi fanno venire voglia di astenermi”. Quella tua “tentazione” e quella “voglia”, l’analogo desiderio (che, in quanto tali, e contro “opinioni” e accuse che ci vengono spesso rivolte, per noi non costituiscono affatto “diritti”) appaiono non di rado come di già soddisfatti o prevalenti. E sarà pure per mia e nostra colpa…: ma non ci pare di poter negare valore e significato a questi tuoi stati d’animo, e agli aspetti concreti, pratici, della tua politica di questi ultimi mesi.

La tua e nostra scelta “referendaria”, cui ti richiamavi nella lettera che è all’origine di queste pagine e dei vostri interventi a Radio Radicale, per noi continua ad essere una nuova e gravissima pagina di una battaglia antica, per voi -invece- una mera “posizione” ogni tanto rievocata, posta all’interno della lotta antireferendaria con estremo vigore dai vertici vaticani, oltre che dagli autori parlamentari di destra, di centro e di sinistra, della legge 40, di cui i referendum del 12-13 giugno vorrebbero abrogare alcune parti. Negli ultimi tempi, si è venuta da più parti accentuando la polemica contro gli elettori che, come voi, preannunciano l’intenzione di votare “no” il 12-13 giugno. “Stupidi o traditori” sono stati definiti da un’autorevole voce governativa e filovaticana i cattolici che così davvero votassero.

Non ho sentito reazioni, né ne ho lette, dei “referendari”, stupidi o traditori che fossero appunto definiti…E l’autorevole voce di cui sopra usa insistere sul fatto che le presunte scelte pro-embrione non appartengono alla religione, ma alla loro qualità umanistica e laica, anche se non laicista. Per parte mia, rifuggo, per formazione e impegno laici, dalle polemiche ad personam. La distinzione tra presunto “errore” ed “errante” non me lo consente. E di fronte alla scelta politica di abusare di privilegi concordatari -privilegi anche economici, ricordiamolo- per combattere e vincere una battaglia istituzionale, italiana, politica, in nome dell”etica”, della “morale naturale”, dell’”antirelativismo”, dell’antiilluminismo (essendo ormai manifestamente stata occupata tanta parte dello Stato, oltre che la complessa identità teologica e giuridica della Chiesa, da parte dei vertici dello Stato Vaticano, in quanto tali potere del tutto secolare e mondano, ma contemporaneamente massimo vertice della Chiesa), io non qualifico né come traditori né come imbecilli, né come criminali né come miserabili gli autori di questa scelta politica. Ma, nel contempo, una scelta etica, morale, religiosa, politica, che propone di garantirsi la sconfitta del referendum facendo unire, assommando i “fedeli” alla religione umana, secondo la loro interpretazione, al grosso dei mancati elettori perché renitenti, indifferenti al partecipare responsabile alla vita democratica, morale, civile nonché etica (che preferiscono tradizionalmente il “mare” all’esercizio dei loro diritti civili, istituzionali e democratici, per tacere dei loro veri o presunti “doveri”); ebbene, questa scelta, legittima sul piano giuridico, mi appare -su quello civile e politico- letteralmente miserabile, per quanto riguarda i suoi promotori ecclesiastici.

Miserabile la loro scelta, e non i suoi promotori e scatenati sostenitori, che si qualifichino come Eminenze o Eccellenze, o “semplici” Padri, Don, per i loro poteri statuali dello Stato-Città del Vaticano e per le gerarchie confessionali della Chiesa romana. Ciò detto, scritto, confermato e rettificato, non ho mai definito “miserabili” (né “stupidi o traditori”…) coloro che si asterranno, uno per uno o tutti insieme, e nessuno osi più, caro Giuliano, cadere o far cadere in un equivoco siffatto. In un tempo che sembra lontano, tu scrivesti che a noi, che innalziamo il simbolo e la persona di Luca Coscioni, si sarebbe potuto contrapporre un vessillo con su scritto: “Embrione”. Non penso che fosse un’ottima idea. Come ritenemmo e riteniamo tuttora: senza “tentazioni”, “voglie”, “desideri” contrari. Luddico come sei quando ti scateni fantasmagoriche guerre “culturali”, io mi arrendo senza condizioni. Anche, cioè, se da sostenitore referendario del “no”, tu cedessi alla “tentazione”, e soddisfacessi la tua voglia di divenire ufficialmente, apertamente, un sostenitore dell’astensione. Anche perché Cardinale e Arcivescovo e Vescovo dell’attuale potere vaticano non lo sei, e Consigliere e Ispiratore del Papa, per ora, non risulta che tu sia divenuto…Buon per te, certamente: ma, visti i precedenti, anche per l’ipotetico Papa!

Un abbraccio, Marco Pannella



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail