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Referendum, Fini ammette: conseguenze sottovalutate
FECONDAZIONE / Ancora tensione dentro Alleanza nazionale
Ma il leader conferma i tre sì. Fiori: mi autosospendo

• da Corriere della Sera del 19 maggio 2005, pag. 10

di Lorenzo Salvia

Una settimana dopo Gianfranco Fini non cambia idea, ma ammette di aver sottovalutato il problema "Non ho capito l'impatto che avrebbe avuto la mia decisione”. I malumori in An restano perche molti temono che quei tre sì annunciati dal vicepremier possano aiutare i referendari a guadagnare appoggi nel centrodestai e raggiungere il quorum. Perchè ormai, a meno di un mese dal voto, il vero terreno di battaglia è proprio il quorum più che il merito dei quesiti. Uno scontro che ieri si è consumato su due questioni: italiani all'estero e informazione tv.  

FINI - La stessa ammissione Fini la aveva fatta già due giorni fa durante l'ufficio di presidenza del partito. Ieri l'ha ripetuta durante un colloquio informale con alcuni colleghi di partito ”L'effetto delle mie parole - ha detto il vicepremier  - è stato amplificato da altre questioni e dai mass media". Parlamentari vicini a Fini lamentano le indiscrezioni che continuano ad uscire sull'argomen to: “Vengono messe in giro da quella parte di An che vuole logorare la leadership dcl vicepresidente del Consiglio". In An, dunque, il clima resta teso: ieri Publio Fiori si è autosospeso dal partito in disaccordo con la decisione di lasciare libertà di coscienza. 

ITALIANI ALL'ESTERO - Sfiorano i tre milioni (2.815.573) i residenti all'estero di cui si terrà conto nel calcolo della percentuale di votanti. L’annuncio è stato dato dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, dopo la ripulitura delle liste degli italiani che vivono fuori dai confini nazionali. Prima erano quasi 4 milioni, perchè erano comprese anche persone morte oppure rientrate in italia. Ora, secondo Pisanu la cifra “è stata determinata con certezza”. Ma non tutti sono convinti, anzi. Dice Franco Danieli, responsabile esteri per la Margherita: "Quella lista coincide solo al 60% con l'anagrafe consolare. C'e quindi la sicurezza che il 40% degli aventi diritto non riceverà il plico elettorale pur essendo calcolato ai fini del quorum”.  

TEMPI TV - Altro terreno di scontro è l'informazione televisiva. Ora ci sono le regole: i tempi vanno divisi in due parti uguali, considerando il no e l'astensione come un fronte unico. Ma non sempre questo criterio viene rispettato. Da poche ore i Radicali, insieme all'Associazione Luca Coscioni e al Centro d'ascolto sull'informazione televisiva, stanno controllando i principali canali italiani per vedere come viene trattato l'argomento. "Abbiamo già trovato diverse violazioni - dice il segretario dei Radicali, Daniele Capezzone - e temo che nei prossimi giorni andrà allo stesso modo". Qualche esempio: ieri a ora di pranzo i "tg nazionali Rai hanno completamente oscurato la notizia del comitato ricerca e salute a favore di 4 sì”. Tre giorni fa Tg Parlamento ha mandato in onda una scheda informativa che indicava fra i promotori solo i Ds e il nuovo Psi e sosteneva che il secondo quesito non è sulla liberta di ricerca scientifica ma sulla diagnosi pre impianto. Quattro giorni fa Telecamere, su Raitre, ha ospitato un dibattito con un solo politico a favore del sì, contro tre di parere opposto, due minuti a disposizione contro sette. "Invieremo queste segnalazioni - spiega Capezzone - al Garante per le comunicazioni perchè prenda i provvedimenti del caso. E stiamo valutando l'ipotesi, in casi di particolari gravità, di vere e proprie denunce alla magistratura ordinaria”.  

CATTOLICI - Il cardinale Mario Francesco Pompedda è tornato sull'appello della Cei per l'astensione. "Non aderire all'invito di non andare a votare — ha detto il cardinale, prefetto emerito del Tribunale della Segnatura apostolica — non è passibile di scomunica. Ma il cattolico deve sentire la voce di prudenza del suo vescovo e, se non l'ascolta, compie una grave e imprudente di sobbedienza”.
 


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