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Veronesi: avanti, con cautela. D'Agostino: siamo contrari
Il mondo accademico diviso

• da Il Messaggero del 20 maggio 2005, pag. 7

La notizia delle cellule su misura divide gli scienziati italiani. Ripropone ancora una volta entusiasmi scientifici o dubbi morali. Piace molto a chi come Marco Cappato appoggia la ricerca che porti a risultati veloci e sicuri e piace anche a Umberto Veronesi che avverte: «Potrebbe essere una via di sviluppo intelligente, ma ovviamente da seguire con le cautele del caso». L'ex titolare della Sanità segue da tempo quella che definisce la strada più intelligente per combattere certe malattie, «la clonazione terapeutica che non dà luogo all'embrione, ma che va dritta all'impiego di cellule staminali. Quando ero ministro - ricorda Veronesi - diedi vita alla commissione Dulbecco che giunse proprio a questa conclusione». 

L'entusiasmo di Marco Cappato, segretario dell'associazione Luca Coscioni. Gli esiti della ricerca, dice, si scontrano con la realtà italiana: «Siamo purtroppo nel Paese in cui la ricerca condotta con successo dagli scienziati coreani è rigorosamente vietata dalla legge 40, secondo la quale quegli stessi scienziati dovrebbero essere sbattuti in carcere per anni perché colpevoli di un gravissimo crimine». 

E' critico, invece, il condirettore dell'istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano, Angelo Vescovi. Un grande progresso tecnico - su questo non ha dubbi - ma che non  segna in realtà nessun avanzamento scientifico e che dal punto di vista etico lascia perplessi. Rispetto all'esperimento condotto nel febbraio scorso dallo stesso gruppo sudcoreano, sono stati utilizzati molti meno ovociti e meno embrioni, «In ogni caso le blastocisti umane sono state distrutte, ma questo è un problema di tipo etico», ha osservato Vescovi. 

Espime la sua contrarietà il presidente del Comitato nazionale di bioetica Francesco D'Agostino: «La vera novità di questa ricerca è che gli scienziati sono riusciti a portare a termine la clonazione terapeutica - ha detto. Ma si tratta di un'ipotesi su cui il Comitato nazionale di bioetica ha già espresso in passato la sua contrarietà. La convenzione di Oviedo proibisce infatti la clonazione non solo a scopo riproduttivo, ma anche di ricerca. Una posizione questa su cui il Comitato si trova in accordo. L'unico paese in Europa cheha autorizzato questa pratica e che non ha firmato la convenzione, è l'Inghilterra di Tony Blair». 

Critico anche il genetista Bruno Dallapiccola, che non scorge nella ricerca neanche possibili scenari di nuove terapie: «Il punto che emerge - ha osservato - è che non c'è nessun avanzamento conoscitivo. Nessuno è finora riuscito ad imbrigliare le cellule staminali e ad utilizzarle a scopi terapeutici».



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