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Un occhio di riguardo per il Testaccio

12 giugno 2005

di Luigi Castaldi

Onore al merito: in un mondo nel quale ogni antica certezza traballa paurosamente, l’Atlante Geografico De Agostini è sempre precisissimo, su ogni cosa, solitamente non sbaglia mai neppure di un’unità sul numero degli abitanti del Togo, né di un solo etto sulla produzione di bauxite della Guinea. Viene naturale, dunque, credere sia proprio vero quello che vi si legge, or non so più a che pagina: la forma di governo della Città del Vaticano è quella della “monarchia assoluta”, l’ultima rimasta in Europa. Per carità di Dio, però, non si fraintenda questo incipit solo perché lo state leggendo su un organo d’informazione notoriamente anticlericale: non intendiamo farne questione di principio, lungi da noi la speranza che gli Usa vi esportino un po’ di democrazia, quando hanno tempo. Sull’onor nostro, la simpatica monarchia assoluta ci sta bene così com’è: quando ci lamentiamo delle sue mire imperialistiche, si fa per amor d’iperbole, via. In verità, a noi il Vaticano sotto sotto piace: non proprio in modo spudorato come ai pizzicagnoli ambulanti che vendono il panino con la porchetta ai pellegrini, non proprio come un ex democristiano riciclato nella Cdl, ma insomma quasi uguale. Niente bombe intelligenti su San Pietro, dunque, signori esportatori di democrazia, non foss’altro ché sarebbe carneficina certa al Testaccio. Se vi preme bonificare qualche palude culturale nella quale donne, omosessuali e dissidenti sono discriminati, invadete l’Iran, va. No, se l’incipit citava questa cosa della monarchia assoluta, era solo per un espediente retorico – certamente esagerato, perfino meschino – e cioè dare l’evidenza d’una ben strana incongruenza: la Chiesa pretende per sé stessa dei diritti che, monarchia assoluta com’è, non riconosce e non garantisce ad altri. Impicciarsi delle leggi di un altro Stato? Legittimo. Fino a promuovere referendum per abrogarne alcune che non le vanno, come fu (e forse ancora sarà) con divorzio e aborto? Legittimo, legittimo. Fino a prescrivere ai suoi sudditi con doppia cittadinanza il sabotaggio di quelli che minacciano di abrogare altre che invece le vanno? Legittimo. Sì, ma se io volessi impicciarmi del Diritto Canonico? Probabilmente mi troverebbero impiccato sotto un ponte a Londra. E’ un diritto della Chiesa esprimere le proprie opinioni su tutto? Certo. Entro l’orbita della sua prerogativa, però, “sia punito con una giusta pena: 1) chi […] respinge pertinacemente la dottrina di cui al Can. 752, ed ammonito dalla Sede Apostolica o dall'Ordinario non ritratta; 2) chi in altro modo non obbedisce alla Sede Apostolica, all'Ordinario o al Superiore che legittimamente gli comanda o gli proibisce, e dopo l'ammonizione persiste nella sua disobbedienza(Codice di Diritto Canonico, Can. 1371, libro VI, parte II, titolo II). Qual è questa dottrina di cui al Can. 752? “Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell'intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda” (ibidem, libro III, intr.). Insomma, ai sudditi della monarchia assoluta, anche se dotati di doppia cittadinanza con una Repubblica parlamentare nella quale “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” (Costituzione , Art. 21), è fatto obbligo di obbedire e basta: se “non proprio un assenso di fede, […] un religioso ossequio dell'intelletto e della volontà, e in ogni caso procurino di evitare quello che […] non concorda” con il monarca assoluto e i suoi emissari. Dicevamo: “se l’incipit citava questa cosa della monarchia assoluta, era solo per un espediente retorico – certamente esagerato, perfino meschino – e cioè dare l’evidenza d’una ben strana incongruenza”. Solo strana, questa incongruenza? Non anche intollerabile? E non intollerabile fino al punto da far perdere la misura dell’esagerazione e della meschinità al nostro espediente retorico? E allora, signori esportatori di democrazia, permettete che noi si cambi idea, vi si distolga dalla palude culturale dell’Iran, vi si segnali quella di una monarchia assoluta che discrimina donne, omosessuali e ogni pur timido dissidente. Solo, per piacere, per quanto vi sia possibile, un occhio di riguardo per il Testaccio.



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