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ven 19 apr. 2024
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IV congresso di Radicali Italiani: mozione particolare "Diritti e libertà per le persone transessuali e transgender"

Mozione particolare

DIRITTI E LIBERTA’ PER LE PERSONE TRANSESSUALI E TRANSGENDER

Prima firmataria: Maria Gigliola Toniollo

Approvata

 

Radicali Italiani si impegna a continuare l’opera iniziata oltre venti anni fa dal Partito Radicale a tutela dei diritti e delle libertà delle persone transessuali e transgender, grazie alla quale si ottenne la legge n. 164 del 1982. Questa legge come applicata dai tribunali italiani, consente il cambiamento del nome e la rettificazione del sesso soltanto a condizione che sia stato effettuato l’intervento chirurgico di riattribuzione dei genitali.

Nella realtà molte sono le persone per le quali, allo scopo di esprimere pienamente la propria identità di genere, l’intervento chirurgico sui caratteri sessuali primari non è soltanto non indispensabile, ma talora dannoso per il benessere psichico della persona, oppure che non possono affrontare impegnativi interventi chirurgici per problemi legati alla loro salute fisica e psichica. La stessa Corte Costituzionale nel 1985 aveva sostenuto l’esistenza di un diritto fondamentale all’identità sessuale che in questi casi viene violato.

 

Il contrasto fra l’aspetto fisico e il ruolo di genere da una parte, ed il nome ed il sesso anagrafici dall’altra, è pertanto fonte quotidiana di pesante discriminazione nel mondo del lavoro ed in tutte le circostanze in cui le persone transessuali sono tenute a rivelare le proprie generalità, è motivo di disagio nei rapporti con il pubblico, nelle vicende della quotidianità, nei rapporti personali, tanto da ledere innanzi tutto il diritto alla riservatezza dei dati personali concernenti la vita sessuale e lo stato di salute delle persone transessuali, e da rendere loro la vita molto difficile.

 

E’ evidente che per nessuna ragione si può forzare la persona a ricorrere alla chirurgia allo scopo di realizzare la propria identità di genere che, in diversi casi, proprio attraverso l’intervento chirurgico verrebbe sacrificata in nome del modello binario dei sessi e dei ruoli di genere che caratterizza la nostra società. La lunga durata del periodo di transizione espone peraltro anche le persone transessuali in attesa di intervento a tale situazione.

 

Uno stato libero, laico e attento ai diritti di tutti i cittadini e di tutte le cittadine deve pertanto rendere possibile alle persone transessuali la rettificazione del sesso ed il cambiamento del nome indipendentemente dal ricorso a delicati e invasivi interventi chirurgici, quando non siano necessari per la loro realizzazione personale, come già previsto in altri Paesi, tra cui il Regno Unito, allo scopo di tutelarne l’identità e la dignità personali, e il diritto alla privacy.



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