Una targa che ricorda il suo arresto e la  sua condanna a morte   quando era giovane partigiano, affissa al muro del carcere di Gorizia, poi nel pomeriggio un convegno hanno voluto celebrare la figura di Loris Fortuna, il parlamentare socialista  scomparso  20 anni fa . Altri simboli lo ricordano a  Udine, sua città  natale: una lapide nel cimitero, nel settore  del San Vito riservato ai cittadini benemeriti e il giardino in piazza primo maggio dove è collocato anche un busto che lo raffigura. A Fortuna resta legata indissolubilmente la battaglia per la legge sul divorzio che porta, assieme a quella del deputato liberale Baslini, la sua firma. Forse per questo la sua azione politica viene identificata principalmente nella sfera dei diritti civili, spesso scordandosi del ruolo che invece svolse proprio in Friuli nelle file del partito socialista a cui aderì dopo la militanza nelle file del pci, da cui uscì in seguito ai fatti di Ungheria del 1956. Anni difficili in cui fu additato come "traditore", salvo poi usufruire della sua bravura forense nei processi politici e  sindacali. Erano tempi segnati dall'ideologia, tempi difficili e prima che riuscisse ad essere riconosciuto come l'unico vero leader espresso dalla sinistra friulana in campo nazionale, tanta acqua doveva passare sotto i ponti.  Anche un'altra sua posizione viene ingiustamente, tuttora, poco consierata. Riguarda il documento che presentò al congresso provinciale del Psi e  alla campagna elettorale per le comunali di Udine. In entrambi sosteneva la necessità  dell'autonomia, ipotizzava la nascita di un Psi friulano federato a  quello italiano. Rimase inascoltato, ma nominato ministro.Â
Â