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Un motivo in piu' per ricordare Loris Fortuna

14 novembre 2005

• Il Gazzettino

di Andrea Valcic

Una  targa  che  ricorda  il  suo  arresto  e  la   sua  condanna  a  morte    quando  era  giovane  partigiano,  affissa  al  muro  del  carcere  di  Gorizia, poi  nel  pomeriggio  un  convegno  hanno  voluto  celebrare  la  figura  di  Loris  Fortuna, il  parlamentare  socialista  scomparso   20  anni  fa  .  Altri  simboli  lo  ricordano a   Udine,  sua  città  natale:  una  lapide  nel  cimitero, nel  settore   del  San  Vito  riservato  ai  cittadini  benemeriti  e  il  giardino  in  piazza  primo  maggio  dove  è  collocato  anche  un  busto  che  lo  raffigura.  A  Fortuna resta  legata  indissolubilmente la  battaglia  per  la  legge  sul  divorzio  che  porta, assieme  a  quella  del  deputato  liberale  Baslini, la  sua  firma.  Forse  per  questo  la  sua  azione  politica  viene  identificata principalmente  nella sfera  dei  diritti civili, spesso  scordandosi  del  ruolo  che  invece  svolse  proprio  in  Friuli nelle file  del  partito  socialista  a  cui  aderì  dopo  la  militanza  nelle  file del  pci,  da  cui  uscì  in  seguito ai  fatti  di  Ungheria  del  1956.  Anni  difficili  in  cui  fu  additato  come  "traditore",  salvo  poi  usufruire  della  sua  bravura  forense  nei  processi  politici  e   sindacali. Erano  tempi  segnati  dall'ideologia, tempi  difficili  e  prima  che  riuscisse  ad  essere  riconosciuto  come  l'unico vero  leader  espresso dalla sinistra friulana in  campo  nazionale,  tanta  acqua  doveva  passare  sotto  i  ponti.   Anche  un'altra  sua  posizione  viene  ingiustamente, tuttora,  poco consierata. Riguarda  il  documento  che  presentò al  congresso provinciale  del  Psi  e   alla  campagna  elettorale per  le  comunali  di  Udine. In entrambi  sosteneva  la  necessità  dell'autonomia,  ipotizzava  la  nascita  di  un  Psi  friulano  federato a   quello  italiano.  Rimase  inascoltato,  ma  nominato  ministro. 

 



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