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"Fratello spermatozoo"

19 dicembre 2005

di Luigi Castaldi

Il dottor Severino Antinori è personalità scientifica assai nota e, per certa occasione meramente pubblicistica, assai controversa. Da decenni è impegnato nel settore della fecondazione assistita umana con risultati che sul piano bioetico, ma anche su quello dei metodi e dei fini, hanno spesso agitato dubbi, sollevato perplessità, scatenato vespai, fino a qualche sgradevole contenzioso di natura legale che non ha punto scalfito il suo prestigio scientifico nazionale ed internazionale. Nelle numerose dichiarazioni pubbliche che gonfiano il suo carnet egli non ha mai fatto mistero del fuoco che lo anima nella sua instancabile opera di rimozione delle cause di sterilità e infertilità che di volta in volta si trova innanzi. Questo suo entusiasmo, tinto qua e là di sfumature eroiche che un’indole leonina proprio non gli consente di temperare, non di rado ha esorbitato dalla riservatezza che, a torto o a ragione, il ben pensare dei più considera indispensabile d’attorno a studio, ricerca e pratica in campo medico, per giungere con clamore (in due o tre casi addirittura assordante) alla ribalta dei media, lì dove ogni fuoco – fatuo e no – divora ciò che lo genera, pressoché senza rimedio. Tutto ciò gli è valso qualche inevitabile antipatia e qualche inevitabile invidia, mentr’egli, indomito, raccoglieva la messe della non si sa quanto ricercata straordinarietà dei casi coronati da successo.

 

L’edizione della notte del Tg5 di sabato 17 dicembre ha dedicato al dottor Severino Antinori un amplio servizio con filmato e intervista. Una tecnica da lui messa a punto consentirebbe, ora, lo studio microscopico degli spermatozoi fino a 7000 ingrandimenti, molto più accurato di quanto finora era stato possibile con i 400 ingrandimenti solitamente impiegati nella routine clinica,  permettendo così una più approfondita selezione degli zigoti con miglior chance riproduttiva: nel trattamento della sterilità e della infertilità da cause maschili il successo arriverebbe così al 50%, rispetto al 25% raggiungibile grazie alle tecniche fin qui note. Se così fosse – e nulla ci autorizza a credere che così non sia – ci troveremmo innanzi a una notizia di portata enorme. Da tempo è noto quanta parte abbia nell’impossibilità di diventare genitori la serie di anomalie degli spermatozoi che impediscono la fecondazione o dànno luogo a patologie dell’impianto e dello sviluppo embrionario che esitano in aborto, spesso precocissimo, o a gravi anomalie fetali. La possibilità offerta dalla tecnica messa a punto dal dottor Antinori risulterebbe in questo modo una inedita possibilità di selezione degli zigoti più adatti, abbattendo una consistente percentuale di casi destinati al fallimento procreativo.

 

Ad una lettura superficiale della notizia parrebbero non esservi ragioni sufficienti per aprire una contesa di natura bioetica. Ferme restanti le obiezioni di principio di chi è contrario in assoluto alle tecniche di fecondazione assistita (per esempio, la Chiesa), ma che pure in qualche modo accetta un compromesso nelle pesanti restrizioni poste dalla legge 40/2004, gloriosamente confermata in giugno da una stravincente astensione referendaria, non dovrebbero esservi elementi di opposizione ad una selezione che, in questo caso, sarebbe non già sull’ovocellula fecondata (che per costoro è già persona), ma sullo zigote maschile. Come potrebbe esservi, peraltro? Costoro rigettarono con sdegno le accuse che, dal campo opposto, venivano a rinfacciar loro che l’impostazione teleologica in embriologia avrebbe finito col rivendicare lo statuto di persona anche per lo spermatozoo. A chi, con rozza provocazione, gettò nell’agone di quei giorni il sospetto che prima o poi anche la masturbazione sarebbe stata da loro equiparata alla Shoah essi risposero indignati e risentiti, facendo intendere che certamente l’embrione ci è fratello, ma lo spermatozoo, beh, insomma, quello no. Ci sarebbe da aspettarsi, dunque, che questa tecnica di selezione degli spermatozoi migliori non possa attirarsi accuse di crimine eugenetico. Anche sul piano psicologico, in tal senso, per costoro dovrebbe essere un po' più ardua l’ulteriore retroproiezione, dall’utero al testicolo. Ma non è detto, non è assolutamente detto, almeno qui si nutrono seri dubbi. Né possono, perciò, contare più di tanto le loro passate e ferme dichiarazioni circa l’originare della persona nella fecondazione, non prima né dopo: sono pur sempre gli stessi che avevano giurato che la legge 194 non sarebbe stata rimessa in discussione, se la legge 40 fosse stata confermata. E che ci vuole? In fondo la coerenza non è la virtù dei fessi? In prima pagina un Garamond grassetto in corpo 24: "Fratello spermatozoo". Nel paginone centrale, testo integrale di un'omelia in San Petronio di monsignor Carlo Caffarra (45.000 battute). Il titolo? "Ontologia testicolare". Introduzione: "L'orrore di scegliersi un padre", in calce il solito elefantino rosso.



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