La richiesta,legittima, dei rappresentanti dei lavoratori in merito alle condizioni logistiche  nel carcere di Udine,  coincide con le recenti battaglie che la Rosa nel Pugno (Radicali e SDI), ha condotto durante il periodo natalizio e che ha portato, prima all'autoconvovazione straordinaria del parlamento  il 27 dicembre, successivamente alla vergogna del voto parlamentare del 12 gennaio scorso. I veti incrociati alla Camera e il no di Lega, An, Margherita e Ds sulla cancellazione dei reati, hanno affossato un provvedimento di clemenza ormai inderogabile. Sul colpo di spugna alle pene il contributo decisivo è stato comunque dato dal voto contrario dei parlamentari di forza Italia che hanno votato contro l'indulto. E' bene che  i rappresentanti dei lavoratori sappiano che i parlamentari friulani che vorrebbero incontrare, hanno già  dato la loro lezione di cinismo una settimana fa. Occorre invece denunciare le cause di questa emergenza che in Friuli colpisce non solo Udine, ma soprattutto Pordenone, e chiedersi perchè le carceri scoppiano. A partire  dalla devastazione sociale che provocherà l'introduzione della ex-Cirielli che secondo i sindacati di polizia nel giro di un anno porterà  a  20mila detenuti in più e dal nuovo ddl  in materia di tossicodipendenze. Oggi, dei 60mila detenuti,  un terzo è in attesa di giudizio e oltre un quarto è costituito da tosscodipendenti. Il sistema penitenziario è ormai fuorilegge e solo un governo responsabile dell'amministrazione della giustizia uguale per tutti potrà cancellare la vergogna di tante vie Spalato come a Udine.
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Gianfranco Leonarduzzi  Comitato nazionale Radicali Italiani, la rosa nel pugno